Doveva cessare il 31 dicembre 2023, perché la sua scadenza era proprio questa. E la pensione a 62 anni nel 2024 non ci sarebbe stata più. Invece il governo meloni nella legge di Bilancio ha deciso per la proroga. Un altro anno di quota 103, ancora 12 mesi per la pensione a 62 anni quindi. La misura era difficile da centrare prima, e rimane così adesso. Perché ai 62 anni di età si aggiungono sempre ben 41 anni di contributi da versare. E non è certo la cosa più semplice da fare per un contribuente.
Tutti i cambiamenti della quota 103 nel 2024
Ma se le difficoltà nei requisiti sono sempre le stesse, ai lavoratori nel perimetro di quota 103 nel 2024 va ancora peggio dei colleghi del 2023. Cambiano alcune regole, soprattutto quelle di calcolo della prestazione. E sono modifiche peggiorative. Ma c’è chi si salverà e forse nemmeno lo sa. Perché riuscirà ad andare in pensione nel 2024 con le regole del 2023. Alcuni nostri lettori infatti non sanno di avere questa possibilità.
“Buonasera, sono Mattia un lavoratore dipendente che ha compiuto 62 anni a settembre. Ho maturato 41 anni di contributi lo scorso 1° novembre. Ho i requisiti per la quota 103 ma ho un patto con il mio datore di lavoro. Devo restare al lavoro fino a febbraio 2024. Non posso lasciarlo prima perché ha bisogno di me. E non sono il tipo che si rimangia la parola. Ma alla luce della quota 103 nel 2024, se mi licenzia a febbraio perdo il 30% della pensione, se non ho mal compreso la novità del calcolo contributivo. Se me ne andavo adesso avevo una pensione più alta. Sono confuso. Che devo fare?”
“Salve, mi chiamo Paolo, ho 62 anni di età appena fatti e 40 anni di contributi. Avevo intenzione di riscattare il periodo del servizio militare per entrare in quota 103. Ma da quanto ho capito non conviene. Se è vero che devo accettare il calcolo contributivo della prestazione, nel 2024 la quota 103 non mi conviene più.
Pensione a 62 anni nel 2024, ci sono lavoratori che escono con le vecchie regole
Se si guarda allo specifico della quota 103 del 2023 rispetto a quella del 2024, sono evidenti le note dolenti per i lavoratori. Le novità introdotte alla misura sono altamente penalizzanti. Ma come detto in premessa, non per tutti i lavoratori. E come vedremo in seguito, i nostri due lettori potranno andare in pensione senza perdere nulla. Tornando alle differenze tra le due versioni di quota 103, le penalizzazioni sembrano evidenti per chi esce nel 2024 rispetto a chi lo fa nel 2023.
La Quota 103 resta inalterata tra quella 2023 e quella 2024 per:
- età minima da completare pari a 62 anni;
- contribuzione previdenziale minima da versare pari a 41 anni;
- contribuzione effettiva, senza figurativi da disoccupazione o malattia pari a 35 anni;
- divieto di cumulo tra reddito da pensione e reddito da lavoro escluso il lavoro autonomo occasionale entro il limite massimo per anno solare di 5.000 euro.
Ma allora cosa cambia e cosa penalizza i lavoratori? Il calcolo della prestazione è il fattore che finirà con il penalizzare fortemente quanti lasceranno l’attività nel 2024 rispetto a chi riuscirà a farlo nel 2023. Nello specifico:
- calcolo misto per la pensione con quota 103 nel 2023;
- calcolo contributivo per la pensione con quota 103 nel 2024;
- importo massimo della pensione con quota 103 nel 2023 pari a 5 volte il trattamento minimo;
- importo massimo della pensione con quota 103 nel 2024 pari a 4 volte il trattamento minimo;
- finestra di 3 mesi nel settore privato e 6 mesi nel settore pubblico nel 2023;
- finestra di 6 mesi nel settore privato e 9 mesi nel settore pubblico nel 2024.
Le differenze nello specifico
Partiamo dalle finestre, che finiranno con il far perdere 3 mesi di pensione ai lavoratori.
Il calcolo contributivo di quota 103 rispetto al calcolo misto
Le donne sanno bene di ciò che parliamo. Il calcolo contributivo della pensione penalizza fortemente anche le lavoratrici che negli ultimi anni hanno scelto l’uscita con opzione donna. E se consideriamo che ad opzione donna bastano 35 anni di contributi e per quota 103 servono 41 anni, il taglio sarà maggiore per questa misura rispetto alla precedente. Il lavoratore che esce dal lavoro con la quota 103 nel 2023 gode del calcolo misto. In pratica, godrà del calcolo retributivo più vantaggioso per i periodi:
- fino al 1996 se ha meno di 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995;
- fino al 2012 se ha più di 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995.
Nel 2024 invece, non ci sarà più il calcolo retributivo, e dal misto (contributivo per gli anni successivi a quelli prima citati), si passerà al contributivo pieno. E per il resto della vita dei lavoratori, cioè per tutti gli anni da pensionati. E se per opzione donna gli esperti parlano di tagli anche superiori al 30%, ancora peggio sarà per la quota 103, visto che è probabile che chi oggi ha 41 anni di contributi, ne ha molti prima del 1996.
Il diritto maturato della pensione, ecco come salvarsi dai tagli di quota 103
Però, chi già oggi ha 62 anni di età, se riesce a maturare 41 anni di contributi entro la fine del corrente anno, può evitare di finire nei tagli della nuova versione di quota 103. Perché per la misura, come per le vecchie quota 100 e quota 102, vige la regola della cristallizzazione del diritto. Significa che per quanti, recuperando un anno di versamenti (anche il militare di uno dei due nostri lettori), arrivano al completamento del doppio requisito nel 2023, potranno uscire nel 2024 con calcolo misto e con trattamento fino a 5 volte quello minimo previsto. Questo vale per quanti non hanno scelto la quota 103 nel 2023, ma adesso si trovano con la voglia di sfruttarla nel 2024. La cristallizzazione del diritto infatti permette a chi matura i requisiti durante il funzionamento di una misura. di conservarli intatti anche se la misura viene cambiata o anche se la misura cessa di esistere.