Tutti in pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi: ecco la misura che lo consentirebbe

Come andare in pensione a 64 anni di età con le anticipate contributive e come potrebbe essere estesa la misura anche ai misti o retributivi.
1 anno fa
3 minuti di lettura
Tutte le novità sulle pensioni nel 2025, la lista dettagliata
Foto © Licenza Creative Commons

La pensione anticipata contributiva è una misura molto importante per chi non ha una carriera lunga a tal punto da garantirsi un pensionamento anticipato. La misura è una variante della pensione anticipata ordinaria. Molti però la vedono come una misura variante della pensione di vecchiaia. A prescindere da tutto, parliamo di una misura che ha un discreto anticipo sull’età pensionabile della pensione di vecchiaia. Ma ha anche una enorme riduzione della carriera utile alla pensione anticipata ordinaria. Ma come funziona la misura e quali sono i limiti?

“Come posso andare in pensione a 64 anni di età come contributivo puro? Vi pongo questa domanda perché non ho contributi versati fino al 2000.
Ho seri dubbi però sul funzionamento della misura. Non so se ci vogliono altri requisiti specifici.”

La pensione anticipata ordinaria senza limiti di età, quella contributiva solo a 64 anni, ma con carriera corta

Andare in pensione a 64 anni di età è possibile. Ma serve rispettare diversi fattori e diverse condizioni. Fino al 31 dicembre 2022 a 64 anni si usciva pure con la quota 102. Adesso esiste una sola misura che permette di uscire dal lavoro a quella età ed è la pensione anticipata contributiva. La misura riguarda esclusivamente una categoria di lavoratori. Parliamo di chi non ha contributi versati al 31 dicembre 1995. Perché bisogna essere contributivi puri. Basta un contributo antecedente il 1996 e la misura non può essere sfruttata. Ma questo non è l’unico vincolo. Perché come sempre accade alle misure di pensionamento anticipato, bisogna raggiungere una determinata carriera e una altrettanto determinata età.
La pensione anticipata contributiva ha nei 64 anni di età quella giusta per poter andare in pensione. Significa a conti fatti, ben 3 anni in meno rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. Un vantaggio notevole, soprattutto se si considera il fatto che la carriera contributiva necessaria praticamente è la stessa. Se invece il termine di paragone con la pensione anticipata contributiva è la pensione anticipata ordinaria, il vantaggio diventa enorme.
Per la seconda misura serve sfiorare i 43 anni di contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini). Per la prima bastano 20 anni, che come tutti sanno è la soglia utile alla pensione di vecchiaia ordinaria.

Pensione a 64 anni: anticipata contributiva. Bastano 20 anni di contributi, ma serve molto altro

Niente contributi prima del 1996, ma anche almeno 64 anni di età compiuti e almeno 20 anni di contributi previdenziali e assistenziali versati. Sono i tre requisiti principali della misura. A cui si deve aggiungere un quarto requisito. Ancora più fondamentale dei precedenti, se possibile. Infatti per poter accedere alla pensione anticipata contributiva serve che la pensione sia di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Questo vincolo è quello che rende la misura non certa per chi aspira a sfruttarla nei prossimi anni. Ed uno di questi è il nostro lettore.
Oggi è possibile quantificare a quanto deve ammontare una pensione alta almeno 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. Perché l’importo dell’assegno sociale 2023 è pari a 503 euro circa al mese. Ma ogni anno l’assegno sociale si adegua al tasso di inflazione. Ed è probabile che da gennaio l’importo dell’assegno sociale salirà. Questo vuol dire che probabilmente nel 2024 non basterà una pensione da 1.400 euro al mese circa per poter accedere alla misura. Una cosa che invece per il 2023 è possibile.

Perché la pensione anticipata contributiva è una misura che piace

La pensione anticipata contributiva potrebbe essere la soluzione ideale anche per riformare il sistema. Perché molti vorrebbero estendere la facoltà di andare in pensione a 64 anni di età anche a chi non ha lo status del contributivo puro. E addirittura abbassando quella che a tutti gli effetti è la pretesa INPS che prevede una pensione di oltre 2,8 volte l’assegno sociale per poter rientrare nella misura.
Perché a conti fatti questo è il principale limite della misura. Se pensiamo anche che perfino sulla quota 41 si ragiona sul consentire un accesso alla pensione solo a fronte di un ricalcolo contributivo della prestazione, ecco che la tesi sull’allargamento dell’anticipata contributiva a tutti prende altro valore aggiunto.
Infatti basterebbe consentire un pensionamento di questo genere a fronte di un assegno calcolato solo con il contributivo, per rendere maggiormente flessibile il sistema. Chi, come retributivo (carriera iniziata prima del 1996) accetta un calcolo della pensione con il contributivo, sa bene a cosa va incontro. La pensione è meno elevata con questo sistema di calcolo. In termini pratici, significa che si perdono soldi di pensione. Ed ecco che la misura diventerebbe a costo basso per le casse dello Stato. Se l’anticipo è a carico del pensionato, che accetta di prendere meno di assegno pur di andare in pensione 3 anni prima, allora la misura diventa fattibile perché sostenibile.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensioni e manovra
Articolo precedente

Riforma delle pensioni, ecco cosa accadrà dal 2024 al 2026

Contratti telefonia: nuove regole.
Articolo seguente

4 migliori offerte telefoniche mobile a partire da 2,99 euro al mese luglio 2023