Focus sulla pensione a 64 anni di età, a partire dal 2023. In quanto questa sarà solo un anticipo. E perché, di conseguenza, si chiama riforma a due tempi e soprattutto con due quote erogate. Una prima della maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Proprio a 64 anni. E la restante quota al compimento dei 67 anni di età.
Per la pensione a 64 anni di età, infatti, questa è l’ipotesi più plausibile per la riforma che è attesa dal prossimo anno. E questo sebbene al momento, è giusto dirlo, il dialogo tra il Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi ed i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil è interrotto.
La pensione a 64 anni di età, dal 2023 sarà solo un anticipo: perché si chiama riforma a due tempi?
Nel dettaglio, la pensione anticipata a 64 anni di età sarebbe strutturata con l’erogazione di una quota dell’assegno INPS relativa alla parte contributiva. E poi la quota retributiva solo al compimento, come sopra accennato, dei 67 anni di età.
In particolare, la pensione a 64 anni a due tempi è una delle possibili misure che, in vigore dal prossimo anno, andrebbero a riformare la previdenza pubblica. Per quel che riguarda, nella fattispecie, la flessibilità in uscita. Che è uno temi rientranti proprio nel confronto Governo-Sindacati.
La proposta dell’anticipata a due tempi del presidente INPS Pasquale Tridico
Sul perché. per la pensione a 64 anni, si chiama riforma a due tempi, inoltre, c’è da precisare che la proposta di riconoscere la pensione anticipata in due step è stata formulata nei mesi scorsi da Pasquale Tridico. Che è l’attuale presidente dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS).