Pensione a 64 anni nel 2025, più facile rispetto a prima, ecco 3 vantaggi da sfruttare

Tre diverse novità introdotte negli ultimi due anni e la pensione a 64 anni nel 2025 diventa molto più facile rispetto a prima.
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Tre diverse novità introdotte negli ultimi due anni e la pensione a 64 anni nel 2025 diventa molto più facile rispetto a prima.
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Nel 2025 probabilmente andare in pensione con 64 anni di età può risultare più facile rispetto al passato. In effetti grazie ad alcune novità introdotte dal governo nella legge di Bilancio dello scorso anno con l’aggiunta di qualche novità in quella attuale, c’è la concreta possibilità che la pensione nel 2025 per molti arrivi in anticipo di ben tre anni rispetto ai requisiti ordinari. Chi credeva di dover attendere il 2028 e raggiungere quindi i 67 anni di età proprio nel 2028 è fuoristrada. Anticipare la pensione subito adesso è più semplice e vedremo come.

Pensione a 64 anni nel 2025, più facile rispetto a prima, ecco 3 vantaggi da sfruttare

Per chi ha iniziato a lavorare e quindi a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995 il 2025 sarà un anno particolare. Perché particolari sono le misure varate dal governo in questi ultimi anni. Perché c’è la possibilità di andare in pensione a 64 anni di età con quella che si chiama pensione anticipata contributiva. Per questa misura bastano 64 anni di età e 20 anni di contributi versati purché il trattamento ricevuto dall’INPS non si è inferiore a tre volte l’importo dell’assegno sociale in vigore nell’anno di uscita. E veniamo così alla prima novità introdotta nella legge di Bilancio in vigore dallo scorso primo gennaio. Per le lavoratrici che hanno avuto un figlio l’importo della pensione minima da raggiungere scende a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. Basta un solo figlio avuto nella vita e la soglia è già più raggiungibile quindi. Con più figli avuti invece, le lavoratrici possono andare in pensione anche raggiungendo un importo pari a 2,6 volte l’assegno sociale.

La pace contributiva non solo per arrivare a 20 anni di contributi ma anche per

 

Sempre la legge di Bilancio del 2024 in vigore dallo scorso primo gennaio ha riproposto per il biennio 2024 e 2025 la possibilità di coprire i vuoti contributivi intercorsi tra l’anno di prima iscrizione e il 31 dicembre 2023.

Possibilità anche questa appannaggio di chi può vantare contribuzione solo in epoca contributiva. Chi si trova senza la giusta carriera di contributi versati quindi, può acquistare, con onere a suo carico (o a carico del datore di lavoro se interessato a far pensionare prima il dipendente) fino a 5 anni di contributi mancanti. Così da arrivare ai fatidici 20 anni. In pratica, limite minimo di pensione ridotto per alcuni contribuenti ma anche possibilità di andare a riempire di contributi il proprio estratto conto. Sia per raggiungere i 20 anni di versamenti che servono e perché no, anche per far lievitare il trattamento. Usare la pace contributiva in modo tale da arrivare alle soglie previste è una alternativa possibile. Se consideriamo poi che i contributi acquistati e quindi riscattati con quella che si chiama pace contributiva possono essere scaricati dal reddito, ecco che l’operazione diventa ancora più appetibile.

Anche la rendita integrativa agevola la pensione a 64 anni nel 2025

 

L’ostacolo più arduo da superare per la pensione anticipata contributiva resta sempre quello dell’importo soglia della prestazione. È evidente che con 20 anni di contributi spesso è difficile riuscire a raggiungere una pensione pari al 2,6, 2,8 o 3 volte l’assegno sociale. E se nemmeno con la pace contributiva o con gli sconti per le lavoratrici madri si riesce, ecco che nel 2025 arriva un’altra novità. Introdotta stavolta dalla nuova legge di Bilancio. Chi deve arrivare a centrare una pensione da 1.800 euro circa (3 volte l’assegno sociale), o qualcosa in meno se lavoratrici madri, potrà usare pure la rendita proveniente dai fondi pensione. In pratica l’INPS quando dovrà verificare che la pensione anticipata contributiva di un richiedente non sia inferiore alle soglie citate, dovrà considerare anche eventualmente ciò che al pensionato spetta come rendita dai fondi integrativi dove ha versato.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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