In pensione a 63 anni, ma senza quota 41: quello dei bidelli è un caso specifico. “Chi è il bidello se non quello che sa tutto della scuola? Che apre e chiude le porte, che tira le orecchie ai monelli, il vero responsabile della scuola è il bidello. Quante cose sa il bidello!“, diceva Ermanno Olmi. E in effetti i bidelli sono il punto di riferimento per insegnanti, alunni e genitori ogniqualvolta si varca la porta di una scuola. Non si occupano solo della pulizia, bensì forniscono assistenza a tutti coloro che entrano in un edificio scolastico.
Si preoccupano di accogliere le persone e controllare che tutto vada per il verso giusto. Un lavoro importante, pieno di responsabilità e allo stesso tempo pesante da svolgere. Tante, infatti, sono le cose che un bidello deve fare. Per questo motivo è impensabile che una persona possa svolgere questo tipo di attività lavorativa fino, ad esempio, all’età di 70 anni. Ma come fare per andare in pensione a 63 anni senza Quota 41? Ecco il caso dei bidelli.
Come andare in pensione a 63 anni senza Quota 41: il caso dei bidelli
Grazie alla Legge di Bilancio 2022, quello del bidello è stato riconosciuto come lavoro gravoso. Questo, però, non permette ai soggetti interessati di andare in pensione con quota 41 come avviene per i lavoratori precoci. In alternativa, i bidelli possono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro grazie all’Ape Sociale. A proposito di questo trattamento, così come si evince dal sito dell’Inps:
“L’articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio 2017 e s.m.i. prevede un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS, entro dei limiti di spesa, a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità cd. APE Sociale è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia”.
In particolare possono andare in pensione grazie all’Ape Sociale i lavoratori che, al momento della decorrenza dell’indennità, abbiano maturato almeno 36 anni di contributi e svolto un’attività gravosa da almeno sette anni negli ultimi dieci anni oppure da almeno sei anni negli ultimi sette.
In alternativa è possibile uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con Quota 102, al raggiungimento dei 64 anni di età e 38 di contributi, oppure con Opzione Donna. Quest’ultima a 58 anni di età, purché la lavoratrice abbia maturato 35 anni di contributi.