Pensione a 70 anni per statali: chi deve fare il primo passo?

La manovra di bilancio 2025 introduce la possibilità di pensione a 70 anni per gli statali. La proposta deve partire dall'amministrazione pubblica
2 mesi fa
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La manovra di bilancio 2025 prevede una novità significativa per i dipendenti pubblici italiani: la possibilità di rimanere in servizio fino ai 70 anni. Questa misura, che sta suscitato ampio dibattito, segna un cambiamento rispetto alla normativa vigente, che attualmente prevede il pensionamento obbligatorio al raggiungimento dei 65 o dei 67 anni, a seconda dei requisiti del lavoratore.

Tuttavia, la decisione di prolungare la permanenza al lavoro non sarà completamente nelle mani del dipendente, ma coinvolgerà anche l’amministrazione pubblica di appartenenza.

Pensionamento obbligatorio oggi: cosa cambia con la nuova normativa

Al momento, i dipendenti pubblici italiani lasciano il lavoro al raggiungimento dei 65 anni di età, se hanno già soddisfatto i requisiti per la pensione anticipata ordinaria.

Ossia 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomini) ovvero 41 anni e 10 mesi di contributi (se donne). In caso contrario, il limite di età è fissato a 67 anni, soglia stabilita per il pensionamento di vecchiaia. Questo sistema, in vigore da diversi anni, è concepito per garantire un fatturato generazionale e favorire l’entrata di nuovi livelli nel settore pubblico.

La novità introdotta con la manovra di bilancio 2025 è che, a partire dal prossimo anno, le amministrazioni pubbliche avranno la facoltà di trattenere in servizio i dipendenti fino ai 70 anni, superando quindi l’attuale limite di età. Tuttavia, questa estensione sarà applicabile solo se ci saranno necessità specifiche dell’amministrazione che non possono essere soddisfatte diversamente.

Le condizioni per prolungare il servizio fino a 70 anni

La nuova normativa non obbligherà il dipendente a restare in servizio fino a 70 anni, ma concede alle amministrazioni pubbliche la possibilità di richiedere tale prolungamento. Questa richiesta di andare in pensione a 70 anni potrà essere avanzata solo in presenza di esigenze funzionali che rendono indispensabili l’esperienza e le competenze del personale più anziano.

Le amministrazioni pubbliche, infatti, potrebbero ritenere necessario mantenere in servizio alcuni dipendenti oltre i 67 anni per diversi motivi.

Tra questi, ad esempio, vi è l’importanza di garantire un passaggio di competenze efficace ai nuovi assunti. Il personale più esperto, infatti, potrebbe svolgere un ruolo cruciale come tutor o mentore, affiancando i giovani colleghi nel processo di apprendimento e favorendo così un’integrazione più rapida ed efficiente nel mondo del lavoro pubblico.

Nonostante l’amministrazione possa avanzare la richiesta di prolungamento del servizio, la decisione finale spetta comunque al dipendente. Sarà infatti quest’ultimo a decidere se accettare o meno di rimanere in servizio fino al settantesimo anno di età. Quindi, la misura non rappresenta un obbligo, ma una facoltà che dipenderà anche dalla disponibilità del lavoratore.

I vantaggi della pensione a 70 anni per le amministrazioni pubbliche

La possibilità di trattenere i dipendenti oltre i 67 anni potrebbe rappresentare un’opportunità importante per le amministrazioni pubbliche, soprattutto in settori in cui le competenze e l’esperienza del personale più anziano sono difficili da sostituire. Il know-how acquisito nel corso degli anni è un patrimonio prezioso, che può essere trasmesso ai colleghi più giovani attraverso un affiancamento mirato.

Questa misura, quindi, potrebbe contribuire non solo a mantenere elevati standard di efficienza all’interno della pubblica amministrazione, ma anche a ridurre i tempi di apprendimento dei nuovi assunti, accelerando il loro processo di adattamento e miglioramento professionale. In un periodo storico in cui l’innovazione tecnologica e i cambiamenti organizzativi stanno ridefinendo il settore pubblico, l’esperienza dei dipendenti più anziani può fornire un contributo fondamentale alla gestione del cambiamento.

Impatti sul fatturato e sulla gestione delle risorse umane

Sebbene la misura della pensione a 70 anni offra diversi vantaggi per le amministrazioni, essa potrebbe avere anche implicazioni sul fronte del fatturato generazionale. L’eventuale prolungamento dell’età pensionabile potrebbe rallentare l’ingresso di nuovi lavoratori, ritardando la sostituzione del personale in uscita.

Tuttavia, la decisione di trattenere i dipendenti fino a 70 anni non sarà generalizzata, ma applicata solo in casi specifici. Questo potrebbe limitare l’impatto negativo sul turnover, garantendo comunque un equilibrio tra il mantenimento delle competenze e l’ingresso di nuove forze lavoro. In ogni caso, le amministrazioni dovranno valutare attentamente le loro necessità operative e gestionali prima di richiedere il prolungamento del servizio ai dipendenti.

Un aspetto importante da sottolineare è che la misura introdotta dalla manovra di bilancio 2025 non si applicherà a tutte le categorie di dipendenti pubblici. In particolare, il personale appartenente alle magistrature e all’Avvocatura dello Stato sarà escluso dalla possibilità di prolungare il servizio fino a 70 anni. Questo significa che, per queste specifiche categorie, continueranno a valere le attuali normative sul pensionamento.

Scenari futuri: cosa aspettarsi per la pensione a 70 anni

La possibilità di pensione a 70 anni nel 2025 è una delle misure che segna un cambiamento nella gestione delle risorse umane nella pubblica amministrazione. Si tratta di una scelta che apre scenari interessanti, sia per i dipendenti che per le amministrazioni. Da un lato, offre ai lavoratori la possibilità di continuare a contribuire con la loro esperienza e le loro competenze; dall’altro, permette alle amministrazioni di ottimizzare le risorse e di affrontare eventuali carenze di personale qualificato.

Resta da vedere come questa misura sarà accolta dai dipendenti e come sarà implementata dalle diverse amministrazioni. Molto dipenderà dalla capacità di quest’ultima volta di individuare le reali necessità operative e di gestire il processo di affiancamento e passaggio di competenze in modo efficace.

Da evidenziare che la misura in esame è attualmente presente nel testo bollinato della manovra di bilancio 2025. Un testo che ora deve essere discusso da Camera e Senato per l’approvazione definitiva. Quindi, la pensione a 70 anni per gli statali sarà legge solo quando la manovra approderà in Gazzetta Ufficiale. Da qui ad allora la misura potrebbe subire cambiamenti e limature rispetto alla formulazione di oggi.

Riassumendo…

  • La manovra 2025 introduce la possibilità di pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici.
  • La decisione dipenderà dalle esigenze dell’amministrazione e dalla disponibilità del lavoratore.
  • L’estensione del servizio mira a garantire competenze e tutoraggio ai nuovi assunti.
  • Il prolungamento dell’età lavorativa non sarà obbligatorio, ma facoltativo per il dipendente.
  • Magistratura e Avvocatura dello Stato sono escluse da questa misura.
  • La misura potrebbe rallentare il turnover, ma favorirebbe l’efficienza e il passaggio di competenze.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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