1973 al 1992Com’è possibile percepire la pensione a vita? In realtà, la domanda è mal posta, in quanto tutti coloro che diventano pensionati, lo sono poi per tutta la vita. Il pensionamento dall’uscita dal lavoro è infatti una condizione che accompagna il cittadino vita natural durante, quindi la condizione di pensionato a vita è una condizione di tutti. Naturalmente, con pensione a vita però vogliamo indicare uno status molto più peculiare, ossia quel soggetto che la percepisce da tanti anni, addirittura da oltre 40 anni.
I dati dell’Inps
Secondo i dati raccolti dall’inps ci sono oggi in Italia 157 mila baby pensionati. Si tratta di persone che prendono la pensione dagli anni 80. Com’è possibile? Avranno tutti oltre 110 anni? Assolutamente no, poiché si tratta di soggetti che sono andati in pensione anzitempo, ossia in età molto giovane rispetto allo standard, per questo vengono definiti baby e si può parlare di loro come persone che prendono praticamente la pensione da una vita. Ne sono cambiate di cose da allora a oggi, e il sistema pensionistico beneficiava delle riforme rimaste in vigore dal 1973 al 1992. Nello specifico, i lavoratori del settore pubblico potevano andare in pensione dopo 20 anni, mentre le donne con figli addirittura dopo solo 14 anni.
Se oltre all’assegno di vecchiaia ci aggiungiamo anche invalidità previdenziale e superstiti, allora il numero di soggetti che percepiscono la pensione da una vita, cioè dagli anni 80 a oggi, sale a 549 mila. Per quanto riguarda gli invalidi, la media si abbassa ulteriormente, 39,46 anni, mentre per i superstiti è ancora più bassa, 36,26 anni. Interessante anche la situazione per quanto riguarda il privato. Le pensioni con decorrenza precedente al 1980 sono 18.717, con un’età media di 52,3 anni e 1.020 euro di assegno medio mensile.
Pensione a vita, un sogno oggi irrealizzabile
Mentre il Governo Meloni si prepara ai tagli per far fronte alla manovra, l’Inps fa il punto della situazione sulla cosiddetta pensione a vita, ossia l’assegno di vecchiaia che alcuni italiani percepiscono da oltre 40 anni, ossia dagli anni 80 a oggi. Abbiamo detto del privato per l’assegno a coloro che sono usciti dal lavoro addirittura prima degli anni 80, per quanto riguarda il pubblico invece sono 13.311, e la media mensile è decisamente più alta, 1607 euro al mese. Oggi solo questi assegni incidono sulle casse dello stato per 2,4 miliardi di euro. La Lega oggi è tra le più agguerrite quando si parla di pensione anticipata, il ministro Giorgetti ha proposto l’ipotesi di un allungamento per quelle ordinarie, a 43 anni e 4 mesi di contributi, indipendentemente dall’età del lavoratore.
Anche in questo caso si tratterebbe di una riforma che permetterebbe allo strato di risparmiare circa un miliardo di euro. Come detto, però, all’interno della maggioranza c’è una certa divisione sull’argomento, con la Lega che continua a presentare il suo dissenso. A tal proposito, il leghista Claudio Durigon ha dichiarato: “Non so se qualcuno nella Ragioneria stia cercando di alzare questa soglia, ma non è il momento di farlo. Le finestre non si toccano”. Insomma, ferma opposizione al posticipare le uscite da 3 a 6 o 7 mesi, ma la legge di Bilancio incombe. Staremo a vedere. Di certo, queste pensioni a vita che durano per oltre 40 anni e vanno dagli anni 80′ a oggi, sono una realtà che i lavoratori del presente e quelli del futuro possono dimenticare.
Riassumendo…
- Sono 157 mila i pensionati che percepiscono l’assegno di vecchiaia dagli anni 80;
- ciò è dovuto al particolare sistema pensionistico in vigore all’ora, chi lavorava nelle PA poteva uscire dal lavoro dopo 20 anni, le donne con figli dopo 14;
- oggi i tagli all’uscita anticipata potrebbero far risparmiare 1 miliardo di euro allo stato.