La Legge di Bilancio 2018 ha introdotto la possibilità di pensione anticipata per chi assiste un parente disabile entro il secondo grado con disabilità riconosciuta grave ex Legge 104. Da questo punto di vista la possibilità di pensione anticipata per i caregiver è un modo per dare rilevanza ai fini contributivi ai sacrifici fatti. Queste persone, fatti salvi gli altri requisiti (63 anni di età compiuti e anzianità contributiva di almeno 30 anni) potranno fare domanda per l’Ape Social. Non solo quindi il coniuge o il parente di primo grado che assiste da almeno sei mesi una persona disabile convivente, ma anche il parente (o affine) entro il secondo grado (ossia anche i fratelli e le sorelle) convivente che assiste al momento della domanda e da almeno sei mesi una persona con disabilità grave (a condizione aggiuntiva che il coniuge o i genitori della persona gravemente disabile siano deceduti oppure anch’essi gravemente disabili o ancora abbiano superato i settanta anni di età).
Ape Social caregiver: il diritto alla pensione anticipata vale anche in caso di decesso del disabile?
Requisito fondamentale che si evince è che, al momento della domanda Ape Social, l’assistenza al disabile deve essere in corso da almeno sei mesi. “In corso” significa anche che, se il disabile muore prima della domanda, si perde il diritto alla pensione anticipata. Allo stato dei fatti dunque la legge non dà rilevanza all’assistenza prestata, magari anche per anni, se questa esigenza è venuta meno con il decesso dell’assistito anche a ridosso della domanda di pensione anticipata. Diverso invece, come abbiamo avuto modo di vedere rispondendo ad alcuni quesiti dei nostri lettori sull’argomento, il caso della morte del disabile avvenuta dopo la domanda di pensione anticipata del caregiver che presta assistenza. Una volta acquisito il diritto all’Ape Social, questo non viene meno neppure se il disabile assistito muore.
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