Andare in pensione nel 2023 con 20 anni di contributi ma non a 67 anni, bensì a 64. Può sembrare un miraggio ma in effetti non lo è. Esiste una misura ormai strutturale che lo consente. E adesso vedremo esattamente perché questa non è una missione impossibile. L’occasione giusta per parlare di quella che si chiama pensione anticipata contributiva ci viene offerta da un nostro lettore che chiede spiegazioni.
“Gentile redazione, nel 2023 compio i tanto attesi 64 anni di età. Tanto attesi perché per me potrebbero significare la pensione in anticipo.
La pensione anticipata contributiva, requisiti, vincoli e paletti
Collegandosi al sito dell’Inps e digitando pensione anticipata nel motore di ricerca, si apre la scheda che spiega esattamente di cosa stiamo parlando. Infatti è la scheda delle pensioni anticipate. C’è quella classica, cioè la pensione anticipata ordinaria, quella distaccata dai limiti di età che una volta si chiamava pensione di anzianità. In questo caso per poter uscire dal lavoro servono 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e 42 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne. La misura di cui parla il nostro lettore però è la pensione anticipata contributiva, quella destinata a chi, come lui, non ha contributi versati prima del 1°gennaio 1996.
Pensione anticipata: il requisito della pensione minima da raggiungere
Facilissimo centrare 64 anni di età, altrettanto i 20 anni di contributi. Ed ormai sono sempre più i lavoratori che hanno una carriera iniziata dopo il 1995 che rendono l’essere contributivi puri un altro vincolo non difficile da superare per la pensione anticipata contributiva. Il requisito più complicato da centrare per la misura però è quello della pensione minima. Infatti la pensione anticipata contributiva ha sostanzialmente 4 requisiti da completare e cioè:
- Almeno 64 anni di età;
- Minimo 20 anni di contributi versati;
- Primo versamento dopo il 31 dicembre 1995;
- Pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (1.310 euro circa).
E come è evidente, il quarto requisito è senza dubbio quello più arduo da centrare, soprattutto con carriere corte come lo è una di 20 anni di contribuzione.
Cosa significa pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale
Molti possono pensare che una pensione alta almeno 1.300 euro al mese sia praticamente impossibile con solo 20 anni di contributi previdenziali versati. Effettivamente, 20 anni di contributi sono pochini. Ed una pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale, dal momento che quest’ultimo è pari per il 2022 a 468,28 euro, significa una pensione di circa 1.310 euro al mese. Servono carriere e tempi di contribuzione più lunghi per arrivare a questa cifra, oppure contributi più alti. Nel sistema contributivo conta molto l’ammontare dei contributi versati.
Come funzionano i versamenti contributivi
Un lavoratore versa all’anno il 33% (aliquota contributiva vigente) dello stipendio. Senza entrare nel dettaglio del calcolo, significa che per un assegno di 1.300 euro al mese serve un montante contributivo da oltre 330.000 euro (il totale dei contributi versati durante la carriera).