Alla Camera dei Deputati la manovra dovrebbe giungere il 20 dicembre, probabilmente con testo bloccato per velocizzare i tempi. Si attendono, come sempre copiosi, gli emendamenti. Si tratta di proposte correttive che i Gruppi Parlamentari hanno il diritto di presentare. E spesso sono proposte che servono alle opposizioni per mettere i bastoni tra le ruote del Governo e ritardare il via libera alla manovra. Per questo non è solo il nuovo Governo a puntare su un testo bloccato con tanto di voto di fiducia.
“Come posso andare in pensione con la nuova Opzione donna? Sto lavorando da 38 anni e compio 58 anni di età nel 2023. Sento parlare di figli avuti e di età diverse. Io sono single da sempre e non ho mai partorito. Vengo esclusa dalla misura?”
“Salve, mi chiamo Maria e sono una caregivers. Lavoro come commessa in negozio e ho 62 anni di età e 30 di contributi. Sento dire che chi assiste i disabili (e io assisto mia madre che vive con me da 3 anni), rientra in Opzione donna e nell’Ape sociale. Ma non capisco se con 62 anni e 30 di contributi posso andare in pensione.”
“Buonasera, sono un lavoratore edile da 4 anni e prima ero autonomo. Ho tutto compreso 40 anni di contributi versati e 60 anni di età. L’anno venturo stavo valutando l’ipotesi della Quota 41, ma credo che non arrivo a 12 mesi di contributi prima dei 19 anni.
La nuova Quota 103 e la pensione anticipata 2023 aumentano le possibilità
Le lettere dei nostri lettori sono sempre tante e molto importanti. Spesso però l’unica risposta che potremmo e dovremmo dare è negativa. Infatti ogni misura pensionistica ha determinati requisiti di accesso che spesso tagliano fuori molti lavoratori. E anche per le novità del nuovo pacchetto pensioni della Legge di bilancio non cambia nulla. Infatti perfino la grande novità della Quota 103 ha delle sue limitazioni evidenti. Soprattutto quelle che riguardano età e contribuzione versata, cioè i due principali e unici requisiti da completare. La manovra non è ancora completata e probabilmente alcune misure oggi presenti verranno modificate. La Quota 103 però sembra al riparo da correttivi. E quindi è assai probabile che dal 2023 potranno accedere alla pensione quanti hanno raggiunto almeno i 62 anni di età e quanti allo stesso tempo hanno toccato almeno i 41 anni di contributi versati. E probabilmente le uniche due limitazioni saranno i 35 anni effettivi (senza figurativi da malattia o disoccupazione), e il divieto di cumulo coi redditi da lavoro (solo lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro per anno).
Opzione donna limitata a poche categorie e con età variabile
Opzione donna al momento ha dei requisiti che la differenziano dalla versione che tutti conosciamo, utilizzata negli anni passati. La misura fino al 2022 era ad appannaggio di lavoratrici che avevano 58 o 59 anni di età, rispettivamente per dipendenti e autonome, e 35 anni di contributi versati. Adesso si passa a tre diversi requisiti anagrafici ma differenziati per figli avuti e non per lavoro svolto. Per i 58 anni di età servono due o più figli avuti. Per i 59 anni basta un solo figlio mentre per tutte le altre servono 60 anni di età.
Opzione donna con pensione anticipata per poche
E poi la misura diventa ad appannaggio di lavoratrici che hanno problemi di famiglia (le caregivers), con parenti da assistere perché disabili gravi. Oppure diventa ad appannaggio di chi ha perso il lavoro o appartiene ad aziende che hanno aperto delle procedure di rimodulazione delle cosiddette crisi aziendali. Infine, Opzione donna si apre a chi ha problemi fisici o di salute, nello specifico, con una invalidità pari ad almeno il 74%. Inizialmente abbiamo detto che Opzione donna al momento è questa. Infatti iniziano a correre voci, che sono attendibili perché provenienti dal dossier pensioni della Legge di bilancio, di nuove correzioni alla misura che potrebbe tornare ad avvicinarsi a quella che era una volta.
L’Ape sociale per la pensione anticipata a partire dai 63 anni
Niente modifiche e tutto inalterato come adesso, per la proroga a tutto il 2023 per l’Ape sociale. Anche nel 2023 potranno andare in pensione, e in questo caso ormai è quasi una certezza, quanti hanno completato almeno i 63 anni di età. Come contributi versati invece si cambia da categoria a categoria. Resteranno 36 gli anni di contributi per i lavori gravosi. Solo per edili e ceramisti si scende a 32 anni. Il lavoro gravoso continuerà a dover essere svolto dai richiedenti la pensione per 7 degli ultimi 10 anni di lavoro andando a ritroso a partire dalla data di presentazione della domanda. In alternativa possono bastare 6 degli ultimi 7 anni. Per il disabile con invalidità pari o superiore al 78%, per il caregivers da almeno 6 mesi alle prese con l’assistenza del parente disabile grave e per i disoccupati, basteranno 30 anni di contributi.