Andare in pensione con le anticipate significa andare in pensione prima di raggiungere i 67 anni di età previsti dall’età pensionabile. In generale si parla di pensioni anticipate mettendo dentro tutte le misure che consentono di anticipare l’uscita rispetto ai 67 anni di età. Ma è un errore di interpretazione. Per pensioni anticipate si deve fare riferimento alla misura ordinaria che dal 2012 si chiama così mentre prima si chiamava pensione di anzianità.
Fu infatti la legge Fornero a modificare questa misura, e dell’inasprimento dei requisiti previsti si decise anche per il cambio di nome.
Però è vero che per le misure oggi in vigore le variabili sono diverse anche adesso. E salvo modifiche di cui qualcuno avanza ipotesi, anche nel 2025 per le misure ordinarie rimarranno i requisiti di oggi. Ma quali saranno nello specifico? Ecco una sintetica guida.
La guida alla pensione anticipata 2025, come andarci e che requisiti servono
Partiamo proprio dalle ipotesi di ritocchi alla pensione anticipata ordinaria. Oggi infatti la misura prevede una finestra per la decorrenza di 3 mesi. Significa che la pensione anticipata ordinaria non decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di maturazione del diritto alla pensione. Ma decorre 3 mesi dopo. Sono le finestre l’oggetto dell’ipotesi di ritoccare queste misure. Perché potrebbero salire a 6 o 7 mesi. Dal punto di vista dei requisiti invece nulla dovrebbe cambiare.
Ecco alcuni chiarimenti sulla misura
Le pensioni anticipate come detto hanno preso il posto delle pensioni di anzianità ante Fornero. Fino al 2011 infatti si andava in pensione senza limiti di età al raggiungimento di 40 anni di contributi versati. In alternativa, con 60 anni di età e 35 anni di contributi c’era la via della quota 96. Una misura che consentiva, sommando età e contributi con utili anche le frazioni di anno, si accedere alla pensione diversi anni prima.
Dal 2012 tutto è cambiato.
La pensione anticipata ordinaria senza alcun limite di età
La pensione anticipata è una misura particolare perché è una delle due (l’altra è la quota 41 per i precoci), che non ha alcun limite di età. Significa che possono andare in pensione quanti raggiungono il giusto numero di anni di contribuzione. Che per la generalità dei lavoratori viene chiamato il massimo dei contributi (anche se erroneamente).
Le pensioni anticipate ordinarie si centrano una volta raggiunti:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
- 35 anni di contributi effettivi al netto di quelli figurativi ma solo per disoccupazione e malattia.
La pensione anticipata contributiva, ecco i requisiti
Sempre di pensione anticipata ordinaria si tratta, ma destinata ai contributivi puri è quella che si centra con molti meno anni di contributi ma solo ad una determinata età. La misura si chiama esattamente pensione anticipata contributiva. E riguarda i nuovi iscritti, ovvero lavoratori che hanno il loro primo accredito alla contribuzione obbligatoria successivo al 31 dicembre 1995.
La misura si centra con i seguenti requisiti:
- almeno 64 anni di età;
- almeno 20 anni di contributi;
- primo accredito non antecedente il primo gennaio 1996;
- pensione minima raggiunta entro un importo soglia.
L’ultimo requisito tra quelli citati prima per la pensione anticipata contributiva è quello che maggiormente rende difficile raggiungere questa possibile soluzione di pensionamento anticipato. Perché in effetti bisogna raggiungere importi piuttosto elevati di trattamento per poter centrare l’uscita. Importi soglia variabili in base al numero di figli avuti, ma solo per le donne. Nel dettaglio il limite è il seguente:
- pensione minima pari o superiore a 3 volte l’assegno sociale;
- pensione minima pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale per le donne che nella vita hanno avuto un solo figlio;
- pensione minima pari o superiore a 2,6 volte l’assegno sociale per le donne che nella vita hanno avuto più di un figlio.