Gentile Redazione,
Lei pone davvero una bella domanda che sicuramente si pongono gran parte degli italiani: quanti anni dovrò ancora lavorare? 33 anni di contributi a 50 anni di età significano, in ogni caso, che lei è un lavoratore precoce. Non sapendo in che settore opera non posso dirle se in qualche modo, in futuro, potrebbe rientrare nella quota 41 dei lavoratori precoci.
Quota 41 lavoratori precoci
Da quello che intuisco lei ha sicuramente 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età. Se la sua attività rientra nei lavori usuranti o se assiste un familiare con handicap, o, ancora, se lei stesso è disabile con una percentuale superiore al 74%, o se, per una malaugurata ipotesi dovesse perdere il lavoro involontariamente, potrebbe rientrare nella pensione anticipata con la quota 41 per i lavoratori precoci con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età (requisito che si adatterà all’aumento dell’età pensionabile sull’aspettativa di vita Istat). Essendo la misura strutturale potrà accedervi nel momento che raggiungerà i requisiti richiesti, che potrà consultare nel seguente articolo Pensioni: APe Social e Quota 41, nuove proposte per scadenza, decorrenza e requisiti
Pensione anticipata
Se non rientra nei profili di tutela per la quota 41 dei lavoratori precoci, l’alternativa può essere quella della pensione anticipata. Attualmente sono richiesti 42 anni e 10 mesi per gli uomini, requisito che nel 2019 aumenterà a 43 anni e 3 mesi.
Quanto dovrà ancora lavorare? A partire dal biennio 2021-2022 è previsto un aumento dell’età pensionabile pari a 3 mesi ogni 2 anni per l’adeguamento alla speranza di vita Istat che dovrà, in ogni caso, essere confermato.
Tutto questo se nel frattempo non interviene qualche normativa che permetta il pensionamento anticipato con altre misure.
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