Arrivano novità interessanti per i pensionati italiani. Nella legge di Bilancio compare un emendamento della Lega, firmato dalla parlamentare Tiziana Nisini, che rende più facile la pensione a 64 anni di età utilizzando la previdenza complementare. Ma è davvero più semplice andare in pensione in questo modo? La verità è un’altra, perché si tratta di pensione anticipata contributiva, una misura che, come vedremo, è piuttosto complicata da raggiungere. E se è vero che la novità aiuta, non la si può definire una semplificazione, se non per pochi eletti.
Pensione anticipata a 64 anni nel 2025 più facile? La verità è un’altra, la pensione è un miraggio
La pensione anticipata contributiva riguarda i lavoratori la cui iscrizione alla previdenza obbligatoria è successiva al 31 dicembre 1995. Parliamo quindi di nuovi iscritti, i cosiddetti “contributivi puri”. Le novità dell’emendamento citato e della legge di Bilancio, che faciliterebbero l’uscita con questa misura, guardano più ai Millennial di oggi che ai lavoratori che compiranno 64 anni nel 2025.
Per accedere alla pensione anticipata contributiva occorre:
- Almeno 20 anni di contributi;
- Almeno 64 anni di età;
- Una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale valido per l’anno di riferimento.
Sono previsti inoltre sconti e riduzioni per le donne con figli, non sui contributi da versare (che restano 20 anni), ma sull’età di uscita e sull’importo soglia della prestazione. Infatti, per le donne è possibile andare in pensione con questa misura avendo una pensione pari ad almeno:
- 2,8 volte l’assegno sociale con un solo figlio;
- 2,6 volte l’assegno sociale con due o più figli.
Dal 2025 sarà ancora più incisivo il taglio di 4 mesi a figlio per anticipare l’uscita. Le donne, raggiungendo comunque le soglie minime della prestazione, potranno così accedere alla pensione anticipata contributiva con:
- 63 anni e 8 mesi di età con un figlio;
- 63 anni e 4 mesi di età con due figli;
- 63 anni di età con tre figli;
- 62 anni e 8 mesi di età con quattro o più figli.
Cosa cambia nella legge di Bilancio
La novità per il 2025 consiste nella possibilità di utilizzare la rendita maturata nel fondo pensione complementare a cui si è iscritti, per raggiungere gli importi soglia della prestazione.
Si tratta di un vero fardello per chi deve andare in pensione con soli 20 anni di versamenti. Servirebbe un montante contributivo di oltre 420.000 euro per arrivare a una pensione da 1.600 euro mensili. È evidente, dunque, che la pensione anticipata contributiva è una misura riservata a chi ha avuto la fortuna di ottenere stipendi medio-alti, tali da generare circa 20.000 euro di contribuzione l’anno (corrispondenti a uno stipendio di circa 60.000 euro annui nel FPLD con aliquota al 33%), oppure a chi, a 64 anni, ha accumulato 40 o più anni di contributi anziché 20.
Servono 25 anni di contributi per la pensione anticipata a 64 anni nel 2025
La novità relativa ai fondi pensione integrativi e alle rendite è dunque rivolta più a chi pensa alla pensione per gli anni futuri che a chi si troverà in questa situazione immediatamente. Come riportato dall’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio, chi decide di sfruttare la rendita della previdenza integrativa non potrà andare in pensione a 64 anni con soli 20 anni di contributi, ma dovrà averne almeno 25, e ciò varrà fino al 2030. In seguito, ne serviranno addirittura 30.
Per tutti coloro che non sono interessati a questa soluzione, perché magari non hanno mai versato nei fondi pensione, le regole restano quelle attuali, con tutte le difficoltà precedentemente descritte. In sostanza, la pensione anticipata contributiva, anche con le novità introdotte, rimane un miraggio per la maggior parte dei lavoratori.