Pensione anticipata con l’Ape sociale, a novembre l’ultima occasione, ecco perché

La pensione con l’Ape sociale non è detto che sarà confermata anche nel 2025. Certo, non mancano le possibilità che il governo confermi la misura, ma adesso manca la certezza. Oltretutto la misura non prevede la possibilità che un lavoratore riesca a conservare il diritto alla pensione maturata, oltre la scadenza della misura stessa. In pratica non vale il meccanismo della cristallizzazione. Significa che una volta cessata la misura, se verrà cessata, chi non ha presentato domanda non potrà farlo nel 2025, chiedendo di garantire il diritto già maturato l’anno prima. Ma tralasciando questo aspetto, ecco quindi che bisogna guardare
2 mesi fa
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Pensione di vecchiaia o anticipata, ecco come fare nel 2025 per accelerare le uscite
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La pensione con l’Ape sociale non è detto che sarà confermata anche nel 2025. Certo, non mancano le possibilità che il governo confermi la misura, ma adesso manca la certezza. Oltretutto la misura non prevede la possibilità che un lavoratore riesca a conservare il diritto alla pensione maturata, oltre la scadenza della misura stessa. In pratica non vale il meccanismo della cristallizzazione. Significa che una volta cessata la misura, se verrà cessata, chi non ha presentato domanda non potrà farlo nel 2025, chiedendo di garantire il diritto già maturato l’anno prima.


Ma tralasciando questo aspetto, ecco quindi che bisogna guardare a chi ha la concreta possibilità di uscire dal lavoro con l’Ape sociale in questo ultimo scorcio del 2024. In questo caso si sta approssimando una delle scadenza più importanti per la misura. Parliamo della
domanda di certificazione del diritto all’Ape sociale.

 

Pensione anticipata con l’Ape sociale, a novembre l’ultima occasione, ecco perché

L’Ape sociale è una delle tante misure che prevede una domanda di certificazione del diritto prima della domanda di pensione vera e propria. In altri termini, serve che si presenti una istanza all’INPS con la quale in parole povere il richiedente chiede all’Istituto se è vero o no che ha il diritto all’Ape sociale. La domanda di pensione è un adempimento successivo a questa domanda certificativa. Quindi, solo dopo aver ottenuto la risposta affermativa dell’INPS, come fosse una sorta di disco verde alla pensione, l’interessato deve presentare domanda.
Il meccanismo della domanda di certificazione è a finestre. Sono tre le finestre annuali disponibili. La prima è scaduta il 31 marzo scorso, la seconda il 15 luglio scorso e la terza scade il 30 novembre prossimo. Gli interessati quindi sono all’ultimo giro utile per presentare questa domanda di certificazione. Ricapitolando, bisogna che l’interessato passi a chiedere la certificazione dei requisiti per
l’accesso all’Ape Sociale prima di presentare la domanda definitiva per l’accesso alla pensione anticipata.


Va ricordato che la misura non è altro che un anticipo di pensione a carico dello Stato italiano, a partire dai 63 anni e 5 mesi di età. A carico dello stato per il solo fatto che nel 2017 quando la misura fu varata, nacque anche l’Ape volontario, che prevedeva la possibilità di pensionarsi in anticipo praticamente chiedendo un prestito ad una banca da restituire poi quando si arrivava a 67 anni e si prendeva la vera pensione di vecchiaia.
Anche l’Ape sociale può essere considerata come una sorta di anticipazione della pensione di vecchiaia. Infatti cessa di essere fruita dal diretto interessato a 67 anni di età.
L’interessato quindi dopo aver percepito l’Ape sociale dovrà alla sua scadenza, tornare a chiedere la pensione all’INPS, stavolta per la vecchiaia.

Un assegno che accompagna alla pensione, ma con diversi aspetti da chiarire

Possiamo dire che la principale funzione dell’Ape sociale è quella di accompagnare i lavoratori alla pensione vera e propria. Per questo si tratta di una misura che qualcuno definisce alla stregua di un ammortizzatore sociale. Ed è profondamente diversa dalle pensioni vere e proprie. Infatti non ha tredicesima, non ha maggiorazioni, non prevede rivalutazione e nemmeno reversibilità. Chi prende l’Ape sociale non ha diritto agli assegni per il coniuge a carico e non può lavorare se non per piccole attività di lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Inoltre l’importo della prestazione pensionistica con l’Ape sociale non può superare i 1.500 euro al mese.

L’accesso all’Ape sociale è ammesso per i disoccupati che, avendo perso l’ultimo lavoro in maniera involontaria, hanno preso tutta la Naspi spettante. Oppure è ammesso l’Ape sociale per gli invalidi al 74% o per lavoratori che assistono familiari di 1° e 2° grado con disabilità grave con cui convivono da almeno 6 mesi in una casa con lo stesso numero civico anche se in interni differenti (cd caregivers).

Infine possono avere accesso all’Ape sociale gli addetti ai lavori gravosi. Purché una delle 15 attività previste sia stata svolta dal richiedente l’Ape sociale per almeno 6 degli ultimi 7 anni di lavoro o per almeno 7 degli ultimi 10 anni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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