Pensione anticipata, le donne prima. Parte dalla volontà di concedere un canale preferenziale di uscita alle lavoratrici la proposta di ampliare la platea Ape Social femminile.
C’era una volta l’opzione donna, poi arrivò l’Ape Social rosa
Una sorta di Ape Social rosa, quindi, che permetta alle lavoratrici, che spesso rispetto ai colleghi uomini hanno carriere discontinue, di appianare questo non equilibrio contributivo. Proprio perché i versamenti contributivi delle donne hanno maggiori difficoltà e gap, occorrerebbe agevolare il raggiungimento dei requisiti pensionistici.
Quest’ultima, ricordiamo, ad oggi prevede la possibilità di pensione anticipata per le donne che hanno compiuto 57 anni e hanno un minimo di 35 anni di contributi. Resta una differenza importante tra opzione donna e Ape: nel primo caso l’assegno viene sempre e comunque ricalcolato con il metodo contributivo, nel secondo invece no. Ne consegue che chi rientra nel sistema misto continua a beneficiare di un sistema di calcolo più conveniente. Ecco perché questa possibilità piace molto anche al Comitato Opzione Donna Social, che si batte per rendere strutturale la misura, come ha spiegato la fondatrice Orietta Armiliato: “Una proposta assolutamente in linea con i nostri desiderata poiché questo prestito ponte ad hoc per le donne consentirebbe di avere un assegno pensionistico calcolato con il sistema misto e non già con il contributivo puro come era per l’Opzione donna”.
Ape Social rosa: quali ostacoli alla riforma della pensione anticipata gratuita per le donne
Per il momento è una proposta e dovrà passare al vaglio del governo. Peraltro, per via della copertura economica scarsa, il premier Gentiloni ha già smorzato gli entusiasmi chiarendo che ci sarà spazio per poche misure e che la priorità spetterà ai giovani.
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