Pensione anticipata: ecco come recuperare 3 anni di pensione accettando ciò che tutti dicono essere penalizzante

Ecco come diventare contributivi e sfruttare la pensione anticipata contributiva a 64 anni anche avendo iniziato a versare prima del 1995
4 mesi fa
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Pensioni minime oltre 630 euro e grazie al TFR in pensione prima
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Se qualcuno chiedesse a un lavoratore se preferisce il calcolo della pensione con il sistema contributivo a quello retributivo, la risposta sarebbe sicuramente negativa. Comunemente, infatti, tutti sanno che le pensioni calcolate con il sistema introdotto dalla riforma Dini del 1996, e inasprito con la legge Fornero, sono meno favorevoli rispetto alla pensione calcolata con il vecchio metodo retributivo. A dire il vero, oggi non esiste un lavoratore che abbia diritto alla pensione retributiva, perché non ci sono lavoratori che hanno interrotto la carriera nel 1995 e non sono ancora in pensione.

Inoltre, la riforma Fornero ha imposto il calcolo pro quota tra il sistema retributivo e quello contributivo per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. Sono rari i casi in cui il sistema contributivo per il calcolo della pensione produce vantaggi. Diverso è il caso dei vantaggi dal punto di vista delle regole per la pensione anticipata.

In questo caso, i vantaggi sono più frequenti. A tal punto che qualcuno può trovare conveniente, sempre se è possibile in base alle normative, chiedere all’INPS l’applicazione del metodo di calcolo meno favorevole.

Pensioni contributive paragonate alle pensioni retributive: vantaggi e svantaggi

Senza voler entrare nello specifico delle regole matematiche e non che l’INPS adotta per calcolare le pensioni con i due sistemi (retributivo e contributivo), prima di approfondire l’argomento è meglio capire di cosa si tratta. Le pensioni retributive sono quelle liquidate al lavoratore in base alle ultime retribuzioni percepite.

Questo era il metodo usato prima della riforma Dini del 1996. Un sistema accusato di essere poco equo, poiché spesso, aumentando con piccoli stratagemmi (ma legali) il proprio stipendio negli ultimi anni di carriera (scatti di carriera, promozioni, ecc.), il lavoratore percepiva pensioni nettamente maggiori rispetto all’ammontare dei contributi versati.

Questa poca equità è stata debellata dal sistema contributivo, che ha un merito: chi versa di più, prende una pensione più alta.

Infatti, il calcolo si basa sull’ammontare dei contributi versati, che finiscono in un conto di accumulo aperto al momento del pensionamento.

Ciò viene prima rivalutato al tasso di inflazione degli anni successivi ai versamenti e poi moltiplicato per i famosi coefficienti di trasformazione, che migliorano quanto più alta è l’età di uscita dal lavoro del richiedente.

Pensioni miste e pensioni contributive: ecco come funziona il loro calcolo

Come detto, non esistono o sono davvero pochi i lavoratori che hanno una carriera iniziata prima del 1996 e interrotta prima del primo gennaio di quell’anno. Invece, sono molti i lavoratori la cui iscrizione alla previdenza obbligatoria, e quindi il primo contributo versato, è successivo al 1995.

Questi ultimi sono considerati contributivi puri e hanno diritto al calcolo della pensione solo con il sistema contributivo. Per gli altri si parla di calcolo misto: per i periodi fino al 1995 si applica il calcolo retributivo, mentre per i successivi si applica il calcolo contributivo.

Se il lavoratore ha almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, il calcolo retributivo più favorevole si estende fino al 31 dicembre 2011, mentre il calcolo contributivo si applica ai periodi dal 1° gennaio 2012 in poi. Penalizzazioni di calcolo a parte, ciò che cambia radicalmente tra i due sistemi è anche l’accesso alla pensione anticipata. Vediamo perché.

Regole di calcolo e regole sul diritto alla pensione anticipata con il contributivo o con il retributivo

Se sulle regole di calcolo i dubbi su quale sia il metodo più vantaggioso sono pochi, per il diritto alla pensione le cose cambiano. Sul calcolo, solo chi a fine carriera ha avuto riduzioni significative dello stipendio, passando magari a lavoro part-time o utilizzando ammortizzatori sociali, può trovare vantaggi nel sistema contributivo.

Questo perché il retributivo guarda ai salari degli ultimi mesi: se questi scendono, scende anche la pensione.

Per il diritto alla pensione, il sistema contributivo offre alcuni vantaggi. Un tipico esempio è la pensione anticipata contributiva, destinata solo a chi ha il primo versamento contributivo successivo al 1995. Solo i contributivi puri possono andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi. Ma il trattamento pensionistico deve essere non inferiore a 3 volte l’assegno sociale.

Per le donne lavoratrici e madri, la pensione anticipata contributiva è più facile da ottenere. Basta avere un trattamento calcolato alla decorrenza non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale in presenza di un figlio. O 2,6 volte in presenza di due o più figli.

Pensione anticipata: ecco come recuperare 3 anni di pensione accettando ciò che tutti dicono essere penalizzante

Chi ha iniziato a lavorare prima non può accedere alla pensione anticipata contributiva. A meno che non accetti un calcolo della pensione che lo sfavorisce. Questa facoltà non è per tutti, ma riguarda gli iscritti alla Gestione Separata INPS. Lo prevede l’articolo 3 del DM 282 del 1996, che concede agli iscritti alla Gestione Separata la facoltà di chiedere il computo, godendo dei vantaggi di chi rientra nel metodo contributivo. Questo permette di uscire dal lavoro a 64 anni con la pensione anticipata contributiva.

Oltre all’iscrizione alla Gestione Separata, questi soggetti devono avere periodi di versamento presso l’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria). O presso le forme esclusive e sostitutive dell’AGO o presso le gestioni dei lavoratori autonomi, commercianti e artigiani INPS.

Per il diritto al computo, è necessario avere almeno un contributo mensile nella Gestione Separata e una contribuzione totale di almeno 15 anni. Di cui almeno 5 anni effettivi, ovvero senza contributi figurativi. Sempre per la facoltà di computo, bisogna avere un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni al 31 dicembre 1995.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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