Pensione anticipata ordinaria e pensione anticipata contributiva, due vie diverse per la pensione 2024

Come funzionano le due pensioni anticipate previste dall'INPS e che differenze ci sono tra la pensione anticipata ordinaria e la pensione anticipata contributiva.
10 mesi fa
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Le pensioni ordinarie sono quelle misure di pensionamento che tutti i lavoratori trovano disponibili sempre perché strutturali nel sistema. A queste misure si aggiungono le tante alternative in deroga, il più delle volte con misure temporanee ed a scadenza, oltre che assoggettate a tanti particolari e specifici requisiti. Quando si parla di pensioni ordinarie, si fa riferimento al trattamento di vecchiaia ed a quello anticipato, che si chiama così dall’avvento della Legge Fornero. Infatti fu con quella riforma che le pensioni di anzianità scomparvero e furono sostituite dalle pensioni anticipate.

Questa prestazione si divide in due forme, perché c’è la pensione anticipata senza limiti di età che riguarda tutti i contribuenti e c’è la pensione contributiva che riguarda solo determinati lavoratori. E le differenze tra le due misure sono marcate.

“Buonasera, sono un vostro lettore fisso e volevo alcune informazioni per i miei due genitori. Mio padre ormai viaggia verso i 43 anni di contributi e quindi dovrebbe poter andare in pensione con l’anticipata. Ma volevo capire quale tipologia di contributi servono. Inoltre mia madre sta per compiere 64 anni di età e volevo capire come funziona la versione contributiva della pensione anticipata visto che ha 24 anni di contributi già accumulati. Grazie mille e buon lavoro.”

I beneficiari della pensione anticipata ordinaria

Secondo quanto si legge sul sito dell’INPS nella sezione dedicata alle pensioni anticipate, i beneficiari di questi strumenti possono essere:

  • Tutti gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
  • Gli iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD);
  • Chi versa alle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
  • Gli iscritti alla Gestione Separata INPS;
  • Tutti gli iscritti alle forme sostitutive ed esclusive dell’AGO.

La pensione anticipata ordinaria quindi è una misura generalizzata perché basta raggiungere il prescritto requisito contributivo. Infatti per la misura nella sua versione ordinaria, non esiste limite di età per poterla sfruttare.

La pensione anticipata si centra con 42 anni e 10 mesi di contributi previdenziali versati, di cui 35 devono essere effettivi da lavoro. Significa che nei 35 anni non vanno assolutamente considerati i contributi figurativi da malattia o disoccupazione. Questa contribuzione figurativa però vale per il maggior numero di contribuzione da raggiungere e quindi vale per il calcolo della misura. In sostanza, un lavoratore che ha 35 anni di contributi effettivi, può utilizzare i figurativi prima citati (insieme a tutti gli altri, come per esempio il servizio militare) sia per raggiungere i 42 anni e 10 mesi che per raggiungere una pensione di importo più alto.
Per le donne la misura prevede un anno in meno di contribuzione e quindi, fermo restando il vincolo dei 35 anni effettivi, le lavoratrici possono uscire dal lavoro con 41 anni e 10 mesi di contributi.

La quiescenza anticipata contributiva ha un limite di età da non mancare

Nessuna distinzione tra uomini e donne ma platea circoscritta è ciò che riguarda la pensione anticipata contributiva. La misura infatti riguarda soggetti che rientrano interamente nel regime contributivo, perché hanno il primo contributo a qualsiasi titolo versato successivo al 31 dicembre 1995. La misura ha due requisiti precisi che sono l’età anagrafica a 64 anni e l’età contributiva a 20 anni. Le due soglie minime vanno sempre rispettate. Per godere della misura però nel 2024 occorrerà raggiungere una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale. Infatti il governo ha recentemente innalzato il limite dell’importo soglia della prestazione da centrare per poter andare in pensione a 64 anni di età come contributivi puri. Per le donne che hanno avuto un solo figlio, la soglia scende a 2,8 volte, rimanendo identica quindi alla soglia limite 2023 (anche se cambiando l’importo dell’assegno sociale nel 2024, bisognerà raggiungere una prestazione comunque più elevata). Per quante invece hanno avuto più figli, la soglia scende a 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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