Non tutti conoscono l’isopensione, la pensione anticipata pagata dall’azienda. Di cosa si tratta? E’ una soluzione che permette di anticipare fino a 7 anni la pensione di vecchiaia o anticipata. L‘isopensione viene pagata dall’azienda che sarà tenuta a presentare all’INPS una fideiussione bancaria a garanzia.
E’ possibile fruirne anche nel 2021: è stata prorogata nella Legge di Bilancio fino al 2023. Il messaggio INPS n° 227 del 20 gennaio ha confermato l’ultima decorrenza ammessa: 1° dicembre 2023 con risoluzione del rapporto di lavoro il 30 novembre 2023.
Questa misura è stata introdotta in via sperimentale dalla Riforma Fornero. In seguito, è stata ripresa dalla Legge di Bilancio 2018 per il triennio 2018-2020 prevedendo 4 anni di scivolo, poi saliti a 7. Insieme al contratto di espansione, l’isopensione permette alle aziende in difficoltà a causa della crisi di prepensionare i dipendenti.
Pensione anticipata pagata dall’azienda: requisiti per l’isopensione
Per accedere all’isopensione sono previsti requisiti sia per l’azienda sia per i lavoratori.
L’azienda deve avere almeno 15 dipendenti.
I requisiti per i lavoratori sono i seguenti:
– età anagrafica pari o superiore ai 60 anni;
– almeno 13 anni di contributi.
Oltre ai dipendenti in esubero, possono andare in isopensione anche i dirigenti a seguito di un processo di riduzione del personale accordato con i sindacati.
Isopensione: come funziona
Il primo step per l’azienda consiste nello stipulare un accordo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori. Tale accordo dovrà essere firmato anche dai lavoratori interessati.
In seguito, l’accordo firmato dovrà essere depositato all’INPS che valuterà i requisiti dei lavoratori. Se l’esito sarà positivo, l’INPS invierà una PEC all’azienda allegando un prospetto con il costo complessivo del programma di esodo.
Trattandosi di costi elevati (totalmente a carico dell’azienda), quest’ultima dovrà presentare una fideiussione bancaria a garanzia per i 7 anni. Il datore di lavoro dovrà versare anche i contributi figurativi previsti per l’interruzione o sospensione dell’attività lavorativa.
Cosa succede se l’azienda interrompe il pagamento?
Per l’anticipo dell’età pensionabile di 7 anni, l’azienda esodante deve corrispondere l’assegno di isopensione ai lavoratori di importo corrispondente alla pensione. Gli oneri sono interamente a carico dell’azienda. Le imprese sono tenute a pagare al lavoratore, per l’intero periodo di esodo, l’assegno pari all’importo della pensione per 13 mensilità.
Se il datore di lavoro interrompe il pagamento previsto per l’esodo, l’INPS richiederà le rate al garante. Nel caso in cui, dopo 180 giorni, l’azienda non erogherà quanto dovuto per l’isopensione, l’Istituto previdenziale farà valere l’intera fideiussione.
Nel caso più estremo in cui il garante non dovesse adempiere al pagamento, l’INPS interromperà il pagamento dell’isopensione e dei contributi figurativi.