Come andare in pensione a 60 anni se si perde il lavoro? Una delle preoccupazioni maggiori dei lavoratori è quella di restare senza occupazione in tarda età. Soprattutto se non si ha alle spalle esperienze particolari o qualifiche tali da potersi ricollocare.
Come noto, a 60 anni non si è prossimi all’età della pensione. Mancano ancora 7 anni prima di poter accedere alla rendita di vecchiaia. Esistono tuttavia delle deroghe che permettono di accedere alla pensione anticipata evitando di restare senza entrate per poter vivere.
Come andare in pensione anticipata a 60 anni
Le vie per andare in pensione anticipata a 60 anni se si è perso il lavoro non sono molte. Escludendo il caso del personale militare e appartenente alle forze dell’ordine, nonché ai dipendenti della pubblica amministrazione, per i lavoratori del settore privato ci sono due strade. La prima è quella di ricorrere ai contratti di espansione qualora l’azienda per cui si lavora abbia i requisiti dimensionali previsti dalla legge e stipuli appositi accordi col governo.
In questo caso l’anticipo della pensione, pagata dal datore di lavoro, scatta fino a 5 anni prima della maturazione dei requisiti ordinari per la pensione a 67 anni o anticipata con 41-42 anni e 10 mesi di contributi. Per il personale del settore credito interviene anche il fondo di garanzia che assicura fino a 7 anni di esodo anticipato, come alternativa al licenziamento.
La seconda via è rappresentata dal ricorso alla pensione anticipata con Opzione Donna o Ape Sociale. Due deroghe attualmente in vigore fino a fine 2023 e che consentono a chi ha perso il lavoro o sta per perderlo di non restare senza soldi.
Ape Sociale e Opzione Donna
Mentre per Opzione Donna è abbastanza aver raggiunto i 60 anni di età, per Ape Sociale ne servono almeno 63. Quindi, in base a questo requisito anagrafico, le lavoratrici che hanno perso il lavoro sono più avvantaggiate potendo ricorrere 3 anni prima alla tutela previdenziale Inps.
Ricordiamo, tuttavia, che Opzione Donna prevede l’erogazione della pensione solo dopo 12 mesi (18 mesi in caso di lavoratrici autonome) dalla maturazione dei requisiti richiesti che – lo ricordiamo – sono, oltre che all’età anagrafica di 60 anni (scontabile fino a 58 in presenza di figli), i contributi versati che non devono essere inferiori a 35 anni. Resta ovviamente da soddisfare il requisito relativo allo stato di disoccupazione a seguito di licenziamento.
Per Ape Sociale, come detto, servono almeno 63 anni di età, ma in questo caso i tempi di attesa della pensione sono brevi: l’assegno è pagato dal primo giorno del messe successivo al raggiungimento dei requisiti richiesti. Questi sono, oltre che anagrafici, anche contributivi e sono pari ad almeno 30 anni di anzianità contributiva per chi è disoccupato. Nel caso di donne con figli è previsto uno sconto fino a 28 anni di contribuzione.