Per i nati nel 1959 le occasioni per uscire dal mondo del lavoro non sono mancate negli ultimi anni. Tutte però limitate a determinate condizioni che per molti sono state un impedimento a poter sfruttare la misura. Vincoli, paletti e requisiti spesso stringenti. Ma restano valide le opportunità di uscita dal mondo del lavoro. Questo perché molti potrebbero scegliere addirittura tra diversi strumenti pensionistici, nell’immediato o per il prossimo anno. Diverse opzioni, almeno stando alle ultime ipotesi più attendibili che parlano di nuove misure in arrivo che potrebbero aggiungersi alle vecchie ancora in vigore.
“Gentile redazione, ho un dubbio abbastanza importante. Ho 63 anni compiuti a gennaio 2022. Faccio da una vita intera il manovale edile e non vi dico la fatica e il logorio di questo tipo di lavoro. Alla fine di settembre, in base ai conti del mio patronato, completo 32 anni di contributi versati. E mi hanno detto che posso sfruttare l’APE sociale in qualità di edile. Allo stesso modo mi hanno detto che l’APE sociale è piuttosto penalizzante e che probabilmente, aspettando qualche mese, potrei sfruttare le nuove misure del governo, sempre che vadano in porto le ipotesi. Attendere in pratica una pensione a 64 anni, senza sfruttare l’APE sociale subito. Voi cosa consigliare?”
La pensione tra i 63 ed i 64 anni, alcune misure sono più allettanti di altre
In casi come quelli del nostro lettore, qualsiasi cosa si consiglia può essere sbagliata perché molto dipende da ogni singolo caso. Il nostro lettore infatti, come età e come contributi versati, come già anticipato dal suo patronato, potrebbe avere diritto all’APE sociale. Dal primo gennaio 2022 infatti per i lavoratori dell’edilizia il requisito contributivo previsto dalla misura è sceso da 36 a 32 anni. Il lettore però dovrebbe considerare un dettaglio non trascurabile che è quello della finestra di tre mesi. In pratica l’APE sociale decorre dopo tre mesi dalla data in cui un lavoratore completa entrambi i requisiti previsti che sono sempre quelli anagrafici e contributivi.
La pensioni a 64 anni potrebbero essere più vantaggiose, anche se l’APE sociale non presenta penalizzazioni
Nulla vieta al lettore di attendere il compimento dei 64 anni e quindi gennaio 2023, per sfruttare nuove vie di uscita. Sarò necessario verificare se davvero il governo inserirà con la nuova manovra finanziaria e con il pacchetto pensioni che ogni anno accompagna la legge di Bilancio, una misura flessibile che faccia partire la pensione proprio a 64 anni. Dal punto di vista del rateo di pensione, si tratta di attendere un mese in più per la pensione. Dal momento che qualsiasi altra misura previdenziale priva di finestre fanno decorrere la prestazione dal primo giorno del mese successivo a quello del raggiungimento dei requisiti, si tratta di attendere un solo mese. Il lettore che compirà 64 anni a gennaio, andrebbe in pensione a febbraio 2023. Questo sempre in base alle ipotesi, dal momento che nulla è ancora certo oggi. Penalizzazioni però non ce ne sono con l’APE sociale. Questo è un dato di fatto. Sicuramente l’APE è una misura particolare però. Infatti ha un mese in meno di copertura perché non ha la tredicesima. E poi non prevede maggiorazioni sociali, integrazioni al trattamento minimo, assegni familiari. E non è reversibile.
Perché l’APE è meno favorevole e come cessarla prima per passare ad altro
Nulla vieta però al lavoratore, di produrre domanda di pensione con l’APE sociale subito, per poi passare alla nuova misura.