La pensione dei lavoratori autonomi è sospesa. Se mancano rate di contribuzione. E queste rate di contribuzione sono determinanti. Per maturare il diritto alla pensione. Ecco allora cosa deve fare l’autonomo. Per andare a sbloccare la situazione. Perché, proprio per i lavoratori autonomi, l’esonero contributivo riconosciuto ai sensi di legge può comunque comportare un rischio. Quello la mancata liquidazione degli assegni INPS. E questo anche se i lavoratori hanno comunque maturato il diritto alla pensione. Per esempio, il diritto a percepire la pensione di vecchiaia.
Sulla pensione autonomi sospesa, per i lavoratori autonomi non vige l’automatismo del riconoscimento della prestazione. Anche se i contributi previdenziali non sono stati versati. La questione è stata sollevata in scia al cosiddetto decreto Ristori. Quello che ha introdotto l’esonero contributivo per i mesi di novembre. E di dicembre del 2020. E pure per il mese di gennaio del 2021. Ma rischia di essere un vantaggio controproducente. Per chi si è avvalso di tale esonero.
Pensione lavoratori autonomi sospesa. Se mancano rate di contribuzione determinanti. Ecco cosa fare per sbloccare la situazione
In altre parole, la pensione dei lavoratori autonomi è sospesa. Proprio a causa della presenza di discontinuità nella contribuzione. Per quanto detto. Con la conseguenza che se questi contributi INPS sono determinanti il lavoratore autonomo rischia. Di non prendere la pensione.
Di contro, se i contributi invece non sono determinati per la maturazione dei requisiti? Allora la pensione lavoratori autonomi non sarà sospesa. In quanto l’INPS riconoscerà comunque la pensione. Attraverso la liquidazione provvisoria. Per poi fissare la prestazione in via definitiva. Quando tutti i dati saranno disponibili e consolidati. E di conseguenza tutti i conteggi potranno essere effettuati.
Previdenza pubblica per i lavoratori autonomi. Attenzione all’infrazionabilità del contributo annuale
In più, i lavoratori autonomi sono svantaggiati.