Buon pomeriggio,
leggendo un suo articolo, mi sono fatto qualche domanda sulla questione casalinghi e pensioni relative.
Ho 50 anni, lavorato per 23, poi, complice un intervento al cuore che mi ha lasciato il 35 % d’invalidità e l’azienda che anni fa ha chiuso, sono rimasto senza lavoro. Mi occupo di mia madre invalida al 100% da ormai 24 anni e relativi lavori domestici, insieme a mio padre che comincia inevitabilmente ad essere anziano.
Mi chiedevo, in questa situazione, possibile che io, con i miei acciacchi ed i familiari in questo stato, non abbia diritto a nessuna tutela economica?
Grazie in anticipo se mi concederà due minuti di attenzione.
Cordialmente
Parlando della pensione casalinghe abbiamo più volte specificato che la possibilità non ha limiti di genere. Si dovrebbe quindi a ragione poter parlare anche di pensione per l’uomo casalingo, ovvero per colui che, disoccupato, si prende cura della casa e della famiglia senza retribuzione. Così è in effetti.
L’iscrizione ha invece limiti di età: i contributi al Fondo possono essere versati dai 16 ai 65 anni. Requisito fondamentale per l’agevolazione Inps è non percepire altri fondi pensionistici e non lavorare (fatta esclusione di contratti part time). I richiedenti svolgono, “in via esclusiva e non occasionale, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, attività in ambito domestico per la cura del proprio nucleo familiare”.
La pensione casalinghi viene erogata a partire dai 57 anni di età solo se però si può contare su un montante contributivo di almeno 5 anni (a condizione che sia intervenuta l’assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa). La pensione casalinghi (e casalinghe) viene calcolata tramite sistema contributivo.
Per inviare domanda si accede online con il PIN Inps oppure si può fare tramite patronato. L’Inps, dopo la verifica dei requisiti, approverà la domanda: il richiedente potrà dunque cominciare a versare i contributi tramite bollettini. E’ richiesto un versamento minimo annuo di 310 euro.