Pensione: come si riscattano i contributi del lavoro svolto all’estero

Il riscatto dei contributi per lavoro svolto all’estero, quando fare la domanda all'Inps e quanto bisogna spendere per avere la pensione.
2 anni fa
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Il periodo di lavoro all’estero è valido anche per la pensione in Italia. A tal fine, però, occorre riscattare i periodi lavorati versando i contributi di tasca propria.

Il principio di riscatto del periodi di lavoro ai fini pensione è lo stesso del riscatto laurea, tanto per intenderci. Lo Stato italiano riconosce al cittadino italiano il lavoro svolto e gli dà la possibilità di riscattarlo ai fini pensionistici.

Il riscatto di lavoro all’estero

Il lavoro regolarmente retribuito svolto all’estero è quindi riconosciuto ai fini del diritto alla pensione.

Sia per i Paesi in regime di convenzione internazionale che non. Non vale per la misura, perché i contributi sono versati alla cassa di previdenza del Paese straniero. Per poterli utilizzare anche in Italia, è necessario riscattarli.

Cosa significa questo? Il lavoratore, se intende utilizzare tali periodi, deve pagare i relativi contributi all’Inps in base a quanto previsto dalla legislazione italiana. Stiamo parlando naturalmente di lavoratori dipendenti, giacché per gli autonomi questa possibilità non è prevista.

Ma quanto costa? Come previsto per tutti i riscatti il costo è determinato secondo il metodo della riserva matematica, ove le anzianità da riconoscere ricadono nel sistema retributivo. Oppure secondo il sistema ad aliquota ove le anzianità da riscattare siano situate nel sistema contributivo, cioè per il periodo lavorato dopo il 1995.

Come riscattare i contributi pensione

La domanda di riscatto deve essere presentata all’Inps. Può essere fatta sia dagli interessati già in pensione per incrementare l’importo, sia dai lavoratori che si apprestano ad andarci per il raggiungi omento dei requisiti.

Alla domanda di riscatto deve essere presentato il certificato di cittadinanza italiana, nonché la documentazione comprovante il rapporto di lavoro. Soprattutto se si tratta di attività svolta in Paesi non convenzionati con l’Italia.

La documentazione deve risalire al momento della costituzione del rapporto di lavoro, non dopo.

A riguardo costituiscono prove anche le buste paga, il libretto di lavoro, le dichiarazioni delle autorità consolari o locali purché asseverate. La richiesta di riscatto per lavoro svolto all’estero può essere avanzata anche se il richiedente non risulta mai assicurato presso l’Inps.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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