La pensione con 15 anni di contributi sembra un meraviglioso miraggio. Accedere alla pensione senza aver maturato i vent’anni di contributi nel sistema pensionistico italiano è forse una delle cose più difficili che c’è. Infatti così come è importante il limite dei 67 anni di età per la pensione di vecchiaia ordinaria, altrettanto lo è il limite dei vent’anni di contributi. La pensione di vecchiaia infatti si centra con 67 anni di età e 20 anni di contributi previdenziali versati. A dire il vero per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, serve addirittura un requisito aggiuntivo che è quello della pensione che deve essere pari almeno 1,5 volte l’assegno sociale.
“Buonasera, ho da proporvi un quesito. Parlando con amici mi hanno detto che si può andare in pensione a determinate condizioni anche con 15 anni di contributi versati. Premetto che sono una casalinga adesso e che ho tra i 15 e i 16 anni di contributi versati in giovane età. Oggi che ho 68 anni di età e non ho mai presentato la domanda di pensione perché sapevo che ne servivano 20, mi sono presentata al mio Patronato a chiedere delucidazioni. La risposta però è stata un secco no! Secondo il mio Patronato infatti non avendo vent’anni di contributi versati non ho alcuna possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia perché mi spetterebbe soltanto a 71 anni di età. Mi hanno indirizzato verso l’assegno sociale, salva poi rendersi conto che per questioni reddituali di mio marito, pensionato di suo, non mi spetta nemmeno questa prestazione. Non è vero quindi che con 15 anni di contributi si può andare in pensione? Eppure ho fatto un giro sul Web ed è pineo di notizie che danno la pensione con 15 anni di contributi piuttosto facile.
La pensione con 15 anni di contributi esiste, e ci sono 4 strade
Effettivamente quando si parla di pensione con 15 anni di contributi, essendo meno della contribuzione minima richiesta per le pensioni di vecchiaia, si parla di prestazioni in deroga alla normativa vigente. In altri termini sono prestazioni che non si estendono alla generalità dei lavoratori ma solo a determinate e forse minime, categorie. Ci sono quattro vie per uscire dal lavoro con 15 anni di contributi versati derogando dalla quota minima di 20 anni prevista per la pensione di vecchiaia. Ci sono infatti ben tre deroghe Amato e poi c’è l’opzione Dini. A primo impatto la risposta alla nostra lettrice non può che essere negativa però, perché effettivamente non ha alcuna possibilità di accedere alla quiescenza con 15 anni di contributi versati. In primo luogo perché si parla di quattro misure che più passa il tempo più è difficile che possano essere centrate.
Le tre deroghe Amato in sintesi
Le prime tre misure di cui andiamo a parlare si chiamano deroghe Amato perché nate negli anni in cui il presidente del Consiglio era proprio Giuliano Amato. La prima deroga è quella che consente a chi è maturato 15 anni di contributi entro la fine del 1992, di accedere alla pensione. Questa probabilmente era l’unica misura che si sposava bene alla nostra lettrice che ha detto di aver versato tra i 15-16 anni di contributi in giovane età. Avendo 68 anni di età la nostra lettrice avrà lavorato tra i 19 e i 34 anni. In pratica è possibile che tutti i 15 anni di contributi sono stato maturati prima del 1992. La pensione con la prima deroga Amato potrebbe essere una possibilità ma evidentemente non è così se il Patronato ha bocciato qualsiasi possibilità per la nostra lettrice (probabilmente ha versamenti successivi al 1992 ndr).
I lavoratori discontinui
La terza deroga invece è quella più particolare. Infatti consente a chi ha avuto la sfortuna di trovare lavori discontinui durante la propria carriera, di accedere al pensionamento con 15 anni di contributi. In questo caso serve che il primo contributo versato sia stato accreditato almeno 25 anni prima della domanda di pensionamento. Inoltre serve che dei 15 anni di contributi versati almeno 10 anni siano stati completati con annualità inferiore alle 52 settimane.
Opzione contributiva e bastano 15 anni per la pensione
Un’altra misura, ma più recente delle deroghe Amato, è l’opzione Dini, che prende il nome dal premier Lamberto Dini, ed entrata in vigore nel 1996. Si tratta della cosiddetta opzione contributiva Dini. In pratica un lavoratore, optando per il ricalcolo della pensione con il sistema contributivo potrebbe pensionarsi con solo 15 anni di contributi e accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età. Questa opzione è favorevole ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata. Lavoratori che ricongiungendo i contributi versati in altri Fondi previdenziali, verso la Gestione Separata INPS, possono avere diritto ad accedere alla quiescenza proprio con 67 anni di età e 15 anni di contributi versati. Naturalmente c’è da accettare il calcolo contributivo della prestazione. L’opzione riguarda coloro i quali hanno almeno 15 anni di contributi versati ma non più di 18 anni. E almeno un contributo deve essere antecedente il primo gennaio 1996. Il lavoratore, di questi 15 anni di contributi, ne deve aver essere versato almeno uno dopo l’entrata in vigore del sistema contributivo. In altri termini, dopo il 31 dicembre 1995.
La nuova opzione contributiva dopo la Legge Fornero
Una cosa che è cambiata dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero e che ha influenzato anche la pensione con l’opzione Dini riguarda determinati lavoratori.