Pensione con 41 anni di contributi dopo la Naspi: come funziona?

Come funziona l'accompagno della Naspi alla pensione quota 41? Vediamo un esempio pratico sul quesito di un lettore.
5 anni fa
1 minuto di lettura
quota 41 precoci in pensione
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Buongiorno, sono un lavoratore precoce e a dicembre del 2019 maturarero’ 39 anni e 7 mesi di lavoro. Per quella data l’azienda per cui lavoro quasi sicuramente chiuderà i battenti e rimarrò disoccupato. Volevo sapere come funziona l’accompagnamento della Naspi e se ai 41 anni di lavoro la mia pensione sarà inferiore di quella che avrei maturato lavorando fino ai 42 10 mesi, grazie.

Pensione quota 41 con Naspi

Alla pensione quota 41 possono accedere i lavoratori precoci che possono vantare 12 mesi di contributi, derivanti da lavoro effettivo, prima del compimento dei 19 anni di età che rientrano in una delle seguenti categorie:

  • Dipendenti disoccupati a causa di licenziamento (e non a causa naturale scadenza di contratto a termine) che hanno terminato da almeno 3 mesi di percepire la Naspi spettante
  • Dipendenti e autonomi che al momento della richiesta assistono da almeno 6 mesi un familiare convivente entro il primo grado (coniuge, figlio o genitore) con handicap grave ai sensi della legge 104 articolo 3 comma 3
  • Dipendenti e autonomi con invalidità accertata pari o superiore al 74%
  • Addetti ai lavori usuranti
  • Addetti alle mansioni gravose

Per i lavoratori disoccupati, quindi, è necessaria per l’accesso l’intera fruizione della Naspi spettante ed una attesa di 3 mesi al termine dell’indennità di disoccupazione.

Considerando che durante il periodo di Naspi si continueranno a maturare contributi figurativi, nel suo caso, giungerà al termine dell’ammortizzatore sociale con 41 anni e 7 mesi di contributi potendo accedere alla quota 41.

Quota 41 o pensione anticipata?

Ovviamente, accedendo alla quota 41 con 41 anni e 7 mesi di contributi, il montante contributivo su cui verrà calcolata la pensione sarà più basso rispetto ai 42 anni e 10 mesi di contributi. L’assegno pensionistico, quindi, sarebbe calcolato su 1 anni e 3 mesi di contributi in meno. Non che la cosa faccia una differenza fondamentale, poiché un anno di contributi, su uno stipendio medio annuo di 30mila euro corrisponde, circa, un incremento della pensione di 35 euro mensili.

Al di là di questo, non ci sono penalizzazioni sulla pensione con quota 41 che viene calcolata nello stesso identico modo di quella anticipata tradizionale (e quindi sui contributi versati) senza tagli o decurtazioni dell’assegno.

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