Pensione di garanzia giovani, importo minimo assegno e come funzionerebbe per i pensionati di domani

La pensione di garanzia giovani spicca tra le proposte formulate dai Sindacati. Una proposta che porteranno al tavolo di confronto con il Governo italiano che si chiuderà nel mese di marzo del 2022. Le anticipazioni, le attese ed i possibili scenari.
3 anni fa
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La pensione di garanzia per i giovani spicca tra le proposte formulate dai Sindacati. Una proposta che porteranno al tavolo di confronto con il Governo italiano che si chiuderà nel mese di marzo del 2022. Così come è riportato in questo articolo.

Vediamo allora cos’è nel dettaglio la pensione di garanzia. Quale sarebbe l’importo minimo dell’assegno riconosciuto. Ed anche come funzionerebbe così la pensione di garanzia, se introdotta in Italia, a favore dei pensionati di domani.

Pensione di garanzia giovani, importo minimo assegno.
E come funzionerebbe per i pensionati di domani

Nel dettaglio, per la pensione di garanzia per i giovani l’importo minimo mensile dell’assegno sarebbe pari a 660 euro. Nel caso in cui, maturato il requisito anagrafico dell’età pensionabile, il lavoratore non riuscisse invece a maturare l’anzianità contributiva necessaria.

La pensione di garanzia per i giovani proposta da Sindacati come la Cgil, quindi, funzionerebbe come una sorta di integrazione al trattamento minimo. Per tutelare coloro che, negli anni, avranno maturato una posizione previdenziale con buchi contributivi. A causa delle carriere lavorative discontinue.

I Sindacati, con la proposta della pensione di garanzia per i giovani, quindi, chiedono al Governo italiano di introdurre nuove tutele. Una vera e propria rete di sicurezza a favore della prossima generazione di pensionati. Che quindi, maturata l’età pensionabile, in tal caso mensilmente non prenderebbero meno di 660 euro.

Come funzionerebbe la rete di sicurezza per i pensionati di domani

Il metodo di calcolo della pensione di garanzia per i giovani, se istituita, sarebbe basato sul contributivo puro. Si tratterebbe inoltre di una misura di protezione anche a livello sociale. In quanto tra 15-20 anni tante persone a causa proprio delle carriere lavorative discontinue rischieranno di prendere pensioni di importo bassissimo. Così basso da far sprofondare molti al livello di povertà. Basti pensare che per i nati dopo il 1980 si stima in Italia l’uscita dal lavoro per la pensione non prima di aver compiuto i 70 anni di età.

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