Nel proprio cassetto previdenziale INPS, accessibile con le solite modalità, è stato inserito il cedolino della pensione di marzo. I pensionati possono così verificare a quanto ammonterà la pensione di marzo, che resterà la stessa anche per i mesi successivi dell’anno.
Un dettaglio che molti noteranno è che, a marzo, la pensione risulta più bassa rispetto a quella percepita nei due mesi precedenti.
Non c’è nulla di strano, come vedremo. Infatti, così come ogni gennaio la pensione aumenta per effetto della rivalutazione, a marzo si registra un importo inferiore a causa di alcune imposte che iniziano proprio in questo mese.
“Gentili esperti, ho ricevuto la notifica della pensione di marzo che l’INPS mi pagherà.
Ho notato che l’importo totale della prestazione è più basso rispetto a febbraio. Mi chiedevo il perché. A febbraio ho preso in totale 872,87 euro tra la mia pensione e la pensione di reversibilità di mio marito. A marzo invece l’INPS mi dice che mi darà 866,44 euro. Sono oltre 6 euro in meno che non mi so spiegare. In pratica, mi hanno tolto l’aumento che avevo ricevuto a gennaio rispetto alla pensione dell’anno prima. Mi aiutate per favore a capire dove c’è il problema?”
Pensione di marzo più bassa di quella di febbraio, ecco perché
La prima cosa da fare è controllare il cedolino della pensione di marzo. Chi può accedere alla propria area riservata con SPID, CIE o CNS può verificare da cosa è composta la pensione, comprendendo così il motivo per cui gli importi variano da un mese all’altro e da un cedolino all’altro.
I primi mesi di ogni anno sono sempre particolari per le pensioni e i loro importi. A gennaio, infatti, viene applicata la rivalutazione: gli assegni salgono in base al tasso di inflazione stimato dall’ISTAT. Talvolta si aggiunge anche l’applicazione della perequazione dell’anno precedente, quando si passa dal tasso di previsione al tasso definitivo.
Tuttavia, sulle pensioni si pagano anche le imposte sui redditi, esattamente come accade per gli stipendi. Ed è proprio con il cedolino di marzo che qualcosa cambia da questo punto di vista. Ecco spiegato perché a marzo la pensione subisce un’ulteriore variazione di importo.
INPS e addizionali comunali e regionali, come funziona?
Sulle pensioni si applicano IRPEF, addizionali regionali e addizionali comunali all’IRPEF. Per un pensionato, l’INPS svolge il ruolo che per i lavoratori dipendenti è ricoperto dal datore di lavoro, ossia la funzione di sostituto d’imposta, trattenendo di mese in mese le tasse dovute. È così che si passa dalla pensione lorda alla pensione netta.
Come per l’IRPEF, il cui prelievo è deciso dallo Stato in base alle aliquote previste, anche per le addizionali (comunali e regionali) le relative ritenute sono stabilite annualmente da Regioni e Comuni. Il calcolo parte sempre dalla pensione lorda, che costituisce la base imponibile, indipendentemente da eventuali altri redditi del pensionato.
La variazione di importo della pensione da febbraio a marzo non dipende dall’IRPEF né dall’addizionale regionale.
L’addizionale regionale, infatti, è trattenuta a saldo, mentre l’addizionale comunale si applica sia a saldo sia in acconto. È proprio quest’ultima la causa dell’importo ridotto che la nostra lettrice riscontra nella pensione di marzo rispetto a quella di febbraio.
Ecco perché la pensione di marzo è più bassa di quella dei primi due mesi del 2025
L’addizionale regionale si preleva a saldo sulle pensioni dell’anno successivo a quello di imposta. Nel 2025, dunque, le trattenute riguardano l’anno 2024. Queste trattenute sono suddivise in 11 rate annuali, da gennaio a novembre. Per l’addizionale comunale, invece, si procede sia al saldo dell’anno precedente sia all’acconto del nuovo anno.
Se per il saldo, analogamente all’addizionale regionale, si parla di 11 rate da gennaio a novembre, l’acconto dell’addizionale comunale inizia a marzo. In pratica, si pagano 9 rate da marzo a novembre.
Di conseguenza, a febbraio e gennaio non è presente l’acconto dell’addizionale comunale, ecco perché la pensione di marzo risulta inferiore rispetto a quella dei mesi precedenti.