La pensione di reversibilità è quella misura che rappresenta un valido sostegno ai familiari di un defunto. Si tratta della pensione ai superstiti come comunemente viene chiamata forse per errore dal momento che anche la pensione indiretta è una prestazione per i superstiti. Infatti si parla di pensione di reversibilità quando il deceduto è un pensionato, mentre si parla di pensione indiretta quando il defunto è un lavoratore con determinati anni di contributi versati. I beneficiari in genere sono il coniuge del deceduto e in molti casi i figli, quando sono minorenni, studenti o disabili.
“Buonasera, sono Luisa ed ho appena perduto mio fratello. Io ho 56 anni di età e mio fratello ne aveva 66 quando è morto. Abbiamo sempre vissuto insieme nella casa paterna che abbiamo ereditato alla morte dei nostri genitori. Io non ho mai lavorato e sono stata sempre a carico di mio fratello, che era celibe come io sono nubile. Volevo chiedervi che possibilità ho di ottenere la pensione di reversibilità di mio fratello che percepiva una pensione di 1.300 euro al mese. Mi hanno detto che spetterebbe anche a me. “
La pensione di reversibilità ai fratelli e alle sorelle, come funziona?
La nostra lettrice ha perfettamente ragione nel sostenere di essere una potenziale beneficiaria della pensione di reversibilità. Naturalmente occorre rispettare determinate condizioni e devono verificarsi una serie di condizioni prestabilite. In primo luogo la pensione al fratello o alla sorella di un defunto prevede che quest’ultimo si trovi in una condizione assai particolare. Infatti non ci devono essere coniugi, figli o genitori, ancora in vita, per poter parlare di reversibilità al fratello o alla sorella.
Reversibilità a familiari diversi dal coniuge? A volte centra l’invalidità
A prima vista, in base a ciò che ha scritto la lettrice, avendo perso i genitori ed essendo celibe il defunto, non ci dovrebbero essere altri soggetti a cui la reversibilità potrebbe toccare se non la sorella.