Gli importi delle pensioni di settembre non sono cambiati rispetto a quelli di agosto. Tuttavia cambieranno nei prossimi mesi, a partire dal mese di ottobre.
Una scaletta progressiva che porterà le pensioni a crescere ogni mese. Anche se in maniera diversa e per effetto di differenti fattori. A ottobre scatteranno i primi aumenti, ma non per tutti. Poi a novembre ci sarà l’incremento finale della rivalutazione 2021 e a dicembre la tredicesima. Infine a gennaio le rivalutazioni 2022.
Gli aumenti delle pensioni di ottobre
Ma andiamo con ordine.
Per costoro si tratta di un acconto che il governo ha stabilito sulle risultanze dell’inflazione dei primi sei mesi del 2022. A cui seguirà a novembre, questa volta per tutti, un altro piccolo incremento previsto per gennaio 2023.
Si tratta del recupero della rivalutazione dello 0,2% dello scorso anno (l’inflazione definitiva nel 2021 è risultata pari a + 1,9% anziché dello 1,7% provvisoriamente applicato dall’Inps). Con il cedolino di novembre saranno corrisposti anche gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2022 al 30 settembre 2022.
La perequazione prevista per il 2023
Ma quello che più importa sottolineare è che da gennaio 2023 scatterà la rivalutazione per tutte le pensioni. Gli assegni dovranno essere incrementati in base ai dati definitivi sull’inflazione del 2022 che si prevede in forte crescita. Quindi un rialzo robusto dell’ordine del 6-7% che non si vedeva dall’inizio degli anni 80.
Lo Stato dovrà quindi sborsare un sacco di soldi in più per la perequazione automatica degli assegni, cosa alla quale non eravamo più abituati perché l’inflazione è rimasta molto bassa negli ultimi 10 anni.
Per coloro che percepiscono una pensione fino a 2.692 euro al mese, l’incremento sarà defalcato dell’acconto del 2% che sarà corrisposto a partire da ottobre.