Sulla pensione di vecchiaia nel 2022, vediamo quando 67 anni di età non bastano per smettere di lavorare. Perché non sempre il requisito anagrafico è sufficiente per chiedere e per ottenere l’assegno dall’INPS. I 67 anni di età attualmente, per ritirarsi dal lavoro, rappresentano infatti una condizione necessaria. Ma non sufficiente.
Dato che viene richiesta pure la maturazione di una soglia minima di contributi previdenziali obbligatori versati. Precisamente, almeno 20 anni di anzianità contributiva. Altrimenti non si potrà andare in pensione di vecchiaia nel 2022 a 67 anni.
Pensione di vecchiaia nel 2022: quando i 67 anni di età non bastano per smettere di lavorare
Quindi, non sempre i 67 anni di età bastano per smettere di lavorare. E per chiedere ed ottenere dall’INPS la pensione di vecchiaia standard. In tal caso infatti, le chance di andare in pensione si spostano decisamente in avanti. Precisamente, a 71 anni di età con la pensione di vecchiaia contributiva. Vediamo allora come funziona. E quando neanche a 71 anni, nel caso limite, si potrà andare in pensione.
Nel dettaglio, per la pensione di vecchiaia 2022 a 71 anni il requisito contributivo scende a soli 5 anni. Ma devono essere contributi previdenziali obbligatori effettivamente versati. In quanto per l’accesso a questo tipo di pensione è esclusa la validità della contribuzione figurativa.
Che fare quando i 67 ed i 71 anni di età non bastano per smettere di lavorare?
Inoltre, per l’accesso alla pensione di vecchiaia 2022 a 71 anni i contributi previdenziali devono essere stati versati a partire dal 1996. Ovverosia, dopo l’entrata in vigore della riforma Dini. Altrimenti niente pensione di vecchiaia standard a 67 anni di età. E niente pensione di vecchiaia a 71 anni di età. In tal caso l’ultima spiaggia, nel rispetto dei requisiti reddituali richiesti, è rappresentata dalla richiesta all’INPS dell’assegno sociale.