La riforma pensioni per il 2024 riguarderà essenzialmente le uscite anticipate. In sostanza, Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale per le quali sono previste ulteriori restrizioni rispetto al 2023. Salvo modifiche dell’ultima ora in Parlamento, quindi, dal prossimo anno sarà più difficile uscire prima dal lavoro.
Non cambieranno, invece, i requisiti per la pensione ordinaria e anticipata. Il prossimo anno si andrà ancora in pensione di vecchiaia a 67 anni di età con almeno 20 di contributi. In alternativa si potrà uscire al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.
La pensione di vecchiaia resta a 67 anni, ma non per tutti
Per la generalità dei lavoratori, quindi, i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia nel 2024 sono due: l’età anagrafica, per ora fissata a 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati. Da ricordare, però, che chi ricade nel sistema di calcolo contributivo puro, cioè ha iniziato a lavorare dopo il 1995, questi due requisiti non sono sufficienti.
Per questi lavoratori sarà necessario dal prossimo anno raggiungere anche una soglia minima di pensione pari a 1 volta l’importo dell’assegno sociale, cioè circa 503,27 euro al mese. Se questo traguardo non viene centrato, bisognerà attendere i 71 anni di età. Il che implica arrivare a 67 anni con un monte contributivo tale da poter raggiungere la soglia minima prevista. Il governo ha deciso di tagliare questo valore dello 0,5% (fino al 31 dicembre 2023 è previsto un coefficiente di 1,5) per consentire più facilmente il raggiungimento della soglia minima a chi non avrà un montante contributivo tale da superare oggi l’importo di 755 euro al mese.
Per le donne è previsto uno sconto sull’età pensionabile fino a 12 mesi in presenza di figli. In particolare, la legge prevede una riduzione del requisito anagrafico di 4 mesi sull’età pensionabile, quindi in presenza di 3 figli si può andare in pensione a 66 anni di età anziché a 67.
La pensione di vecchiaia anticipata
Anche nel 2024 il personale militare, delle comparto forze di polizia e pubblica sicurezza e dei vigili del fuoco potranno uscire prima dal servizio. Per costoro il diritto alla pensione di vecchiaia matura al raggiungimento dell’età ordinamentale fissato a 60 anni per la generalità del personale. Ma può arrivare fino a 65 in base al grado ricoperto.
A 58 anni con almeno 20 anni di contributi potranno ancora andare in pensione nel 2024 i marittimi con almeno 10 anni di attività di navigazione come macchinista o radiotelegrafista di bordo. Ai piloti, invece, basteranno 5 anni di lavoro.
Gli iscritti al fondo volo prima del 1996 potranno andare in pensione di vecchiaia a 62 anni con almeno 20 anni di contributi. Ma è necessario che il lavoratore possa far valere almeno 15 anni di iscrizione al fondo. Anche il personale viaggiante può andare in pensione di vecchiaia anticipata a 62 anni con almeno 20 anni di contributi.
Anche i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti iscritti al relativo fondo prima del 1995 (ex Enpals) maturano il diritto alla pensione di vecchiaia prima degli altri. Il diritto scatta a 62 anni gli artisti lirici, gli orchestrali, i coristi, i concertisti, i cantanti. A 65 anni per gli attori, i presentatori, disc-jockey, i cinematografici, i doppiatori; i direttori d’orchestra e sostituti, i figuranti e gli indossatori. Più avvantaggiati sono i ballerini e tersicorei (47 anni). Mentre gli sportivi professionisti escono a 54 anni.
Riassumendo…
- La pensione di vecchiaia si ottiene a 67 anni di età con 20 anni di contributi.
- Per i contributivi puri servirà anche un importo minimo di pensione pari a 503,27 euro, ridotto rispetto a 755 euro di oggi.
- Confermate le eccezioni per militari, poliziotti, naviganti, piloti, sportivi e lavoratori dello spettacolo.