Lo sapete che oggi, come nel 2025, c’è chi potrà andare in pensione a 60 anni, oppure a 62, 63 e 64 anni? Ci sono tante pensioni anticipate da poter sfruttare una volta raggiunti i requisiti.
Ma se questa considerazione è vera, è altrettanto vero che c’è chi, invece, non potrà andare in pensione nemmeno a 67 anni. Eppure parliamo dell’età pensionabile vigente, che però non sempre significa pensione certa. Anzi, per chi non ha contributi versati prima del 1996, andare in pensione a 67 anni può non essere semplice come sembra.
Pensione di vecchiaia 4 anni più tardi, non bastano 67 anni
C’è una netta differenza tra chi ha iniziato a lavorare prima o dopo il 31 dicembre 1995. I primi possono andare sempre in pensione a 67 anni, purché abbiano maturato i 20 anni di contributi previsti.
I primi, anche se maturano una pensione più bassa, potranno comunque andare in pensione. E per ottenere qualcosa di più dignitoso, potranno sfruttare maggiorazioni sociali e integrazioni. Cose che, invece, ai contributivi puri (così vengono chiamati quanti hanno iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995) non vengono concesse.
Quindi, serve un trattamento effettivamente pari ad almeno 534,41 euro al mese nel 2024. E ne servirà uno da oltre 538 euro per andare in pensione a 67 anni da contributivo puro.
E chi non raggiunge questi importi rischia di restare fuori dalla possibilità di andare in pensione, stessa sorte di chi non raggiunge i 20 anni di versamenti.
Per tutti coloro che, da contributivi puri, non centrano la pensione a 67 anni di età, ecco che c’è una pensione di vecchiaia 4 anni più tardi. Perché, come detto, non bastano 67 anni, ma bisogna guardare oltre.
L’alternativa è l’assegno sociale, ecco come fare
Nel momento in cui un lavoratore raggiunge 67 anni di età, se questo genere di difficoltà (importo della prestazione o contributi versati) non gli permette di andare in pensione, le soluzioni sono poche, ma si possono sfruttare con tranquillità. Per esempio, a 67 anni di età, si raggiunge il limite anagrafico utile anche per l’assegno sociale.
Chi non matura il diritto alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età, pur essendo contributivo puro, deve quindi guardare alla principale misura assistenziale erogata dall’INPS. L’assegno sociale, infatti, è una misura che può essere percepita da un lavoratore o da un contribuente quando non ha i requisiti utili alla propria pensione di vecchiaia.
In effetti, chi non ha diritto alla pensione ma ha redditi al di sotto di una certa soglia può percepire questa prestazione al posto della pensione. L’assegno sociale nel 2025 sarà pari a 538 euro circa al mese. Il diritto a questa prestazione si matura nel momento in cui il diretto interessato ha un reddito proprio non superiore all’importo dell’assegno sociale stesso.
Nel caso in cui l’interessato sia coniugato, il reddito complessivo non deve superare il doppio dell’assegno sociale. Chi ha reddito pari a zero o ha reddito fino all’importo dell’assegno sociale da coniugato, può prendere l’importo intero della prestazione. Chi, invece, ha un reddito più alto, ma entro le cifre prima citate, può prendere l’assegno sociale ridotto.