Dal 1° gennaio 2023, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici adeguati agli incrementi alla speranza di vita non sono ulteriormente incrementati, così come previsto dal decreto del 27 ottobre 2021 del Ministero dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
A ribadirlo è l’Inps con la circolare n° 28 del 18 febbraio.
Ciò vale anche per le pensioni di vecchiaia.
I requisiti per la pensione di vecchiaia
Con la Legge Fornero, il diritto alla pensione di vecchiaia scatta al compimento di 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati.
I requsiiti anagrafici tengono conto dell’aumento della speranza di vita.
Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita
Dal 1° gennaio 2023, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici adeguati agli incrementi alla speranza di vita non sono ulteriormente incrementati, così come previsto dal decreto del 27 ottobre 2021 del Ministero dell’Economia e delle finanze. Decreto adottato di concerto con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Detto ciò, nella circolare è specificato che:
- nei confronti dei lavoratori dipendenti, iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, che abbiano svolto una o più delle attività considerate gravose o
- che siano stati addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti ossia usuranti, per il periodo previsto dalla legge, e che siano in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni, il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia, è fissato anche per il biennio 2023/2024 al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi.
Con riferimento ai soggetti il cui primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, il requisito anagrafico previsto dall’articolo 24, comma 7, del decreto-legge n.