Chi è nato nel 1958 e ha almeno 20 anni di contributi, può andare in pensione nel 2025. La misura che prevede il pensionamento di questi lavoratori è la pensione di vecchiaia. Infatti, chi raggiunge l’età pensionabile può lasciare il lavoro se riesce a vantare una contribuzione minima pari ad almeno 20 anni. Quello che è accaduto ai nati nel 1957 nel 2024, o ai nati nel 1956 nel 2023, accadrà anche per i nati nel 1958. Tuttavia, esiste una soluzione che permette di andare in pensione già quest’anno per chi è nato nel 1958.
Nati nel 1958 a riposo nel 2024: ma allora i 67 anni non servono?
Naturalmente, non tutti i nati nel 1958 possono avere accesso alla pensione di vecchiaia anticipata. Dipende da vari fattori. C’è la contribuzione da raggiungere, perché i 20 anni non bastano. Ci sono determinati lavori da svolgere. Inoltre, bisogna essere nati nel 1958 e compiere 66 anni e 7 mesi entro la fine del 2024.
“Buongiorno, volevo capire se rischio di perdere qualcosa sulla mia pensione visto che voi segnalate in un precedente articolo che probabilmente 67 anni di età non basteranno più per la pensione. Non ho compreso se questo mi riguarda da vicino. Ho lavorato ininterrottamente per 33 anni e sono nato a febbraio del 1958. Non vorrei che dopo tanta attesa mi ritrovassi a dover attendere ancora altri mesi per andare in pensione, mentre contavo di andarci dal primo marzo 2025. Il fatto è che lavorando in edilizia da sempre, non ho più le forze per continuare e non vedo l’ora di dire basta. Già lo scorso anno sono rimasto deluso dal fatto che, essendo edile, rientravo nel lavoro gravoso per l’Ape sociale, ma non raggiungendo i 36 anni di contributi non ho potuto accedere alla prestazione. Secondo voi le mie paure sono fondate o no?”
Pensione di vecchiaia già nel 2024: ecco chi può farlo anche se è nato nel 1958
L’età pensionabile per la pensione di vecchiaia non dovrebbe cambiare nel 2025.
Infatti, sembra che qualcuno abbia proposto di portare a 25 anni la carriera utile per le pensioni di vecchiaia, invece degli attuali 20 anni. Tuttavia, si tratta di un’ipotesi che deve ancora trovare conferme. Il nostro lettore non perderebbe comunque il diritto alla pensione di vecchiaia con 25 anni di contributi, avendo già completato 33 anni.
Quando la preoccupazione non serve e si può andare in pensione di vecchiaia tranquillamente
Consigliamo al nostro lettore di seguire attentamente ciò che diremo e di chiedere all’INPS di competenza territoriale o a un Patronato se ha diritto a un anticipo di 5 mesi che gli consentirebbe di andare in pensione già prima della fine del 2024, dal primo ottobre.
Al compimento dei 66 anni e 7 mesi, potrebbe, in quanto addetto ai lavori gravosi, scegliere di andare in pensione subito. Avendo superato la soglia minima di contribuzione utile a questo anticipo, pari a 30 anni di contribuzione effettiva, senza i figurativi, dovrebbe avere i requisiti adatti per sfruttare lo stop agli incrementi per le aspettative di vita introdotto nel 2019 per lavori usuranti o gravosi.
Nel 2019, infatti, l’ultimo scatto relativo alle aspettative di vita sulle pensioni di vecchiaia ha portato l’età pensionabile da 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Tuttavia, alcune categorie di lavoratori, quelli con le attività più logoranti, sono stati salvaguardati. Ancora oggi, gli addetti alle mansioni gravose o ai lavori usuranti possono andare in pensione 5 mesi prima. Come se l’età pensionabile fosse rimasta quella ante 2019, cioè 66 anni e 7 mesi.
Lavoro gravoso e lavoro usurante: addio 5 mesi prima, ecco come fare
Per andare in pensione con questa misura, è necessario rientrare tra le categorie di lavoro che danno diritto allo scivolo per lavoro usurante.
Quindi, chi lavora come edile, facchino, badante, gruista, solo per citare alcuni esempi di lavoro gravoso, può, se nato nel 1958, anticipare di 5 mesi la pensione e andare in pensione nel 2024. Lo stesso vale per palombari, addetti all’asportazione dell’amianto, autisti dei mezzi pubblici per il trasporto di persone e così via, per quanto riguarda il lavoro usurante.