Cosa succede all’assegno di invalidità nel caso di raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia? Secondo quanto previsto dalla legge 222/1984 l’assegno di invalidità. Così come anche quello di inabilità, diventa pensione di vecchiaia in automatico e questo vale sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi. Quali conseguenze ha questo principio?
Pensione di invalidità diventa di vecchiaia: cosa cambia
A livello pratico la prima grande differenza è che il lavoratore non è più soggetto al rischio di revoca dell’assegno perché, chiaramente, i requisiti della pensione di vecchiaia, una volta conseguiti, non possono venire meno.
Pensione di vecchiaia invalidi: importi minimi
Per quanto riguarda l’importo della pensione di vecchiaia erogata agli invalidi va specificato che i periodi di godimento dell’assegno che non hanno previsto attività lavorativa, vengono computati ai fini del perfezionamento del diritto alla pensione di vecchiaia ma non a quello della determinazione dell’importo della stessa. Facciamo un esempio pratico: Caio ha ricevuto l’assegno di invalidità per 25 anni ma per dieci di questi non ha lavorato. L’Inps per il diritto alla pensione di vecchiaia gli conterà 25 anni di contributi ma ai fini del calcolo dell’assegno rileveranno solo i quindici anni effettivamente lavorati. Da questo punto di vista però esiste una garanzia per gli invalidi che vanno in pensione di vecchiaia: l’importo della pensione non potrà essere inferiore a quello erogato con l’assegno di invalidità.
Differenze tra pensione di invalidità e di inabilità
Le regole sono simili anche per chi riceve la pensione di inabilità.