Pensione di vecchiaia o assegno sociale insieme alla pensione di invalidità civile si può a 67 anni?

A 67 anni si possono prendere la pensione di vecchiaia o l'assegno sociale insieme alla pensione di invalidità civile o all'assegno?
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A 67 anni si possono prendere la pensione di vecchiaia o l'assegno sociale insieme alla pensione di invalidità civile o all'assegno?
Foto © Investireoggi

Cosa deve fare chi percepisce una pensione di invalidità civile o un altro trattamento per disabili al compimento dei 67 anni, cioè all’età pensionabile? Che fine fa la pensione di invalidità precedentemente percepita? Queste sono tra le domande più frequenti poste dai contribuenti interessati. Tuttavia, la risposta non è semplice, poiché le prestazioni per invalidità possono essere diverse tra loro per natura e regole applicate, e alcune normative prevedono la conversione automatica di una prestazione in un’altra.

“Salve, sono Pierpaolo, un vostro accanito lettore. Percepisco l’assegno di inabilità perché invalido all’80%. Compirò 67 anni il prossimo 24 giugno e ho diversi dubbi:

  • La mia pensione di invalidità resterà o verrà sostituita?
  • Posso prendere contemporaneamente pensione di vecchiaia e pensione per invalidità?
  • Avendo 23 anni di contributi, devo presentare una domanda specifica per ottenere la pensione di vecchiaia?

Spero di essere stato chiaro nei miei dubbi.

Grazie mille.”

Pensione di vecchiaia o assegno sociale insieme alla pensione di invalidità civile a 67 anni: è possibile?

In generale, quando un invalido che percepisce prestazioni economiche legate alla sua condizione compie 67 anni, perde il diritto alle prestazioni economiche specifiche per disabili. Ma questo accade perché l’interessato acquisisce automaticamente il diritto ad altre prestazioni. Sebbene la normativa vigente non preveda un’età massima per il riconoscimento dell’invalidità civile, esistono limiti di età specifici da conoscere, che determinano l’accesso a diversi tipi di prestazioni.

Cosa cambia per le prestazioni degli invalidi in base all’età e al grado di invalidità

Le persone di età compresa fra i 18 e i 67 anni hanno diritto al riconoscimento dell’invalidità civile se presentano una riduzione permanente della capacità lavorativa pari almeno a un terzo.

Trattandosi di soggetti in età lavorativa, è centrale proprio la riduzione della capacità lavorativa. Invece, per gli ultra 67enni, non più in età lavorativa, si parla di riduzione della capacità di svolgere attività e funzioni tipiche della vita quotidiana.

Riduzione della capacità lavorativa e riduzione della capacità di svolgere le normali funzioni della vita quotidiana

Indipendentemente dall’età, è sempre la Commissione Medica Invalidi Civili dell’INPS (insieme alle ASL) che, dopo domanda dell’interessato e relativa visita medica, certifica il grado di invalidità. Le prestazioni economiche vengono poi stabilite proprio in base al grado di invalidità accertato.

Ad esempio, l’assegno di invalidità civile è destinato a soggetti sotto i 67 anni con una riduzione della capacità lavorativa tra il 74% e il 99%. Con una invalidità al 100%, invece, viene concessa la pensione di invalidità civile, sempre per soggetti fra i 18 e i 67 anni.

Ma cosa succede a queste prestazioni al compimento dei 67 anni?

Cosa cambia a 67 anni per chi percepisce prestazioni per disabili e deve ricevere assegno sociale o pensione di vecchiaia

Dato che queste prestazioni hanno come limite massimo proprio i 67 anni, al raggiungimento di questa età inevitabilmente qualcosa cambia. Sia l’assegno di invalidità civile che la pensione di invalidità civile sono convertiti automaticamente nell’assegno sociale sostitutivo, per chi non possiede contributi sufficienti per ottenere una pensione propria.

Tale passaggio non richiede alcun adempimento da parte del beneficiario, avviene infatti automaticamente da parte dell’INPS.

Lo stesso automatismo vale per chi, invece, al compimento dei 67 anni possiede i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia. Tuttavia, se l’importo della pensione di invalidità fosse superiore rispetto a quello spettante per la pensione di vecchiaia, l’INPS attribuirà sempre al beneficiario il trattamento economico più favorevole.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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