La pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori. Esistono però delle deroghe a seconda del mestiere che si svolge durante la carriera lavorativa. I lavoratori usuranti, ad esempio, possono chiedere la pensione anticipata a partire da 61 anni e 7 mesi di età. I militari escono anche prima, così come i lavoratori dello spettacolo.
Vi rientrano, anche se non specificatamente classificati come tali, fra gli usuranti i lavoratori marittimi, i piloti e il personale viaggiante iscritto al Fondo Volo.
Pensione di vecchiaia anticipata per piloti e hostess
Più nello specifico, la normativa vigente prevede che i lavoratori iscritti al Fondo Volo prima del 1996 possono andare in pensione di vecchiaia a 62 anni con almeno 20 anni di contributi. Ma è necessario che possano far valere almeno 15 anni di iscrizione al fondo. Per coloro che, invece, hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 e ricadono nel sistema contributivo il diritto non cambia ma è calcolato in maniera diversa.
Vale a dire, uno sconto di 1 anno ogni 5 di lavoro svolto con un massimo di 5 totali. In questo caso è necessario che i lavoratori risultino iscritti per almeno 15 anni al Fondo Volo per beneficiare dello sconto sull’età pensionabile di vecchiaia. A partire dal 1° gennaio 2027 tale requisito dovrà essere adeguato alla speranza di vita e quindi potrà salire la soglia anagrafica.
Anche il personale viaggiante può andare in pensione di vecchiaia anticipata a 62 anni con almeno 20 anni di contributi. L’età anagrafica minima richiesta nel fondo volo è quindi quella ridotta fino a cinque anni rispetto a quella in vigore nel regime generale, a condizione che l’importo della pensione risulti essere non inferiore all’importo dell’assegno sociale.
Chi ha diritto a lasciare il lavoro a 62 anni di età
Solo il personale viaggiante ha diritto a lasciare il lavoro prima dei 67 anni di età alle condizioni meglio specificate sopra. Come spiega meglio l’Inps, si tratta di lavoratori iscritti al fondo volo, specifico e dedicato al personale addetto a:
- comando, guida e pilotaggio di aeromobili (comandanti e piloti);
- controllo degli apparati e degli impianti di bordo (tecnici di volo);
- gestione di servizi complementari di bordo (assistenti di volo).
Sono esclusi tutti gli altri lavoratori che, pur lavorando per compagnie di navigazione o società di trasporti presso porti e aeroporti svolgono servizio a terra. Da segnalare che la normativa attuale riconosce anche la pensione di vecchiaia a 60 anni agli iscritti al Fondo qualora venga meno l’abilitazione. Più precisamente se viene meno il titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa, ai sensi del Dpr 157/2013, il personale viaggiante può conseguire la pensione prima.
Come si calcola la pensione
Gli iscritti al Fondo Volo godono anche di un sistema più vantaggioso di calcolo della pensione. Nonostante sia molto complicato e basato su meccanismo pro rata, è sufficiente dire che fino alla fine degli anni ’80, con 30 anni di contributi si otteneva una rendita pario al 90% dell’ultima retribuzione. Con 35 anni si arrivava comodamente al 100%.
Oggi le regole sono cambiate e con il graduale abbassamento delle aliquote di rendimento il livello della pensione si è abbassato ma rimane comunque superiore a quello della generalità dei lavoratori a parità di contributi ed età anagrafica. Dal 2004, anche in presenza di un’anzianità contributiva elevata, la pensione non può superare l’80% della retribuzione percepita.
Riassumendo…
- Per piloti e personale viaggiante la pensione di vecchiaia arriva a 62 anni.
- Requisito fondamentale è essere iscritti da almeno 15 anni al Fondo Volo e avere almeno 20 anni di contribuzione.
- Il calcolo della pensione per gli iscritti al Fondo Volo è più favorevole rispetto alla generalità dei lavoratori.