Per la pensione dipendenti e autonomi, uomini o donne, vediamo nel dettaglio quali sono le differenze. Tra il 2022, anno in corso, ed il 2023 senza la riforma strutturale della previdenza pubblica. Dato che al momento, a causa di altre urgenze, la riforma delle pensioni non può che attendere.
Nel dettaglio, per la pensione dipendenti e autonomi, uomini o donne, ci sono attualmente delle differenze che sono anche di genere. Visto che, per fare un esempio lampante, la via d’uscita anticipata dal lavoro per le donne è più facile anche al di sotto dei 60 anni di età.
Pensione dipendenti e autonomi, uomini o donne: differenze tra 2022 e 2023 senza la riforma
In particolare, per la pensione dipendenti e autonomi le donne hanno la possibilità di ritirarsi dal lavoro con l’Opzione Donna avendo versato 35 anni di contributi. E con il requisito anagrafico che, come sopra accennato, è inferiore ai 60 anni. Precisamente, con Opzione Donna, 59 anni per le lavoratrici autonome. E 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti.
Tutto questo, per la pensione dipendenti e autonomi, non è previsto per gli uomini. Non c’è infatti una ‘Opzione Uomo’ ma altre misure di pensionamento anticipato accessibili con un’età ben oltre i 60 anni. Vediamo come nel dettaglio.
Differenze e scenari previdenziali tra 2022 e 2023 senza la riforma
Per la pensione dipendenti e autonomi quest’anno gli uomini possono ritirarsi dal lavoro prima dei 67 anni con l’Ape Sociale oppure con la Quota 102. Se in possesso dei relativi requisiti con, rispettivamente, 63 e 64 anni di età richiesti. Ma quel che più preoccupa ad oggi è lo scenario previdenziale senza riforma nel 2023. In quanto Ape Sociale ed Opzione Donna, ma anche la Quota 102, senza proroghe spariranno dato che sono valide solo per l’anno in corso.