Grazie alla riforma delle pensioni ad uscire anticipatamente dal lavoro potrebbero essere i disoccupati? Come cantano gli Articolo 31 con il brano Un bel viaggio: “Poi diventa un lavoro e il lavoro diventa ansia. Tipo che ti senti solo a mandare avanti la baracca. Poi darsi il cinque, ma senza guardarsi in faccia, solo perché squadra che vince non si cambia”.
Il lavoro è importante per ogni persona, poiché consente di avere i soldi necessari a soddisfare le esigenze personali.
Tuttavia non si può negare come spesso si riveli essere fonte di stress, tanto da far maturare il desiderio di andare in pensione e staccare così la spina dai vari impegni quotidiani.
Se tutto questo non bastasse, grazie alla prossima riforma delle pensioni potrebbero trarre importanti vantaggi, come ad esempio uscire in anticipo e indipendentemente dall’età.
Legge Fornero, i requisiti per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro
In base alla legge Fornero gli uomini possono uscire in anticipo dal mondo del lavoro, a prescindere dall’età anagrafica, a patto di aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi. Tale soglia è pari a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Coloro che beneficiano di tale misura non devono fare i conti con alcuna penalizzazione.
L’assegno viene calcolato con il metodo misto, retributivo e contributivo, senza subire alcun taglio. Una volta maturati i contributi poc’anzi citati, quindi, i lavoratori e le lavoratrici interessate possono andare in pensione avendo la certezza di incassare un assegno pieno.
Pensione disoccupati 2025: la riforma che permette l’uscita indipendentemente dall’età
A partire dal 2025 potrebbero essere introdotte delle importanti novità per quanto riguarda il sistema pensionistico del nostro Paese.
La misura così concepita peserebbe sulle casse dello Stato per ben 4 miliardi di euro soltanto nel 2025. Una spesa non di certo indifferente, per cui lo Stato potrebbe decidere di optare per una versione più sostenibile.
Entrando nei dettagli si fa sempre più largo l’ipotesi di Quota 41 light, in base alla quale sarebbe possibile andare in pensione sempre una volta maturati 41 anni di contributi. L’importo dell’assegno pensionistico, però, verrebbe definito con il metodo contributivo. Questo porterebbe a dover fare i conti con una possibile riduzione dal 15% al 30%. A conti fatti, pertanto, quota 41 light potrebbe rivelarsi meno conveniente rispetto alle attuali misure pensate dalla legge Fornero per accedere alla pensione anticipata.
In quest’ultimo caso, infatti, le lavoratrici e i lavoratori devono attendere rispettivamente 10 mesi e un anno e dieci mesi in più per andare in pensione, senza subire alcun decurtazione sull’assegno pensionistico. Quota 41 per tutti, però, potrebbe rivelarsi utile per coloro che sono disoccupati o che si ritrovino alle prese con circostanze tale che portino a dover lasciare tempestivamente il proprio posto di lavoro. Questo perché, anziché rischiare di non avere alcuna entrata, potrebbero quantomeno beneficiare della pensione, seppur con un importo più basso del previsto.