Il panorama previdenziale italiano continua a evolversi, e tra le recenti modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, spiccano nuove misure dedicate alla pensione donna , con particolare attenzione alle lavoratrici madri.
Tali disposizioni puntano a valorizzare il ruolo genitoriale nel sistema contributivo, riconoscendo agevolazioni concrete sia sul fronte dell’età pensionabile sia sull’importo della pensione.
Le novità si inseriscono nel contesto del cosiddetto “sistema contributivo”, ossia il regime riservato a chi ha iniziato a versare contributi previdenziali a partire dal 1° gennaio 1996. In questo ambito, le condizioni per accedere al trattamento pensionistico sono definite in modo preciso, ma le madri lavoratrici possono ora beneficiare di significative deroghe rispetto alla norma generale.
Pensione donna: requisiti generali del sistema contributivo
Nel sistema contributivo puro, le possibilità di uscita dal lavoro sono essenzialmente dovute: la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata.
- Pensione di vecchiaia – accessibile al compimento dei 67 anni, purché siano stati versati almeno 20 anni di contributi. In alternativa, si può accedere al trattamento a 71 anni con un minimo di 5 anni di contributo.
- Pensione anticipata ordinaria – possibile a partire dai 64 anni, a condizione di avere almeno 20 anni di contributi.
Questi requisiti costituiscono lo standard di base, ma le misure previste per le lavoratrici madri consentono oggi un’uscita più flessibile e vantaggiosa.
Anticipo dell’età pensionabile per le lavoratrici con figli
Già prima della riforma del 2025, le donne con figli potevano contare su un meccanismo premiante che permetteva di abbassare l’età pensionabile. Il principio alla base di questa misura era semplice: per ogni figlio, la legge riconosceva una riduzione dell’età richiesta per accedere alla pensione, sia essa anticipata che di vecchiaia.
Nella versione precedente, il massimo beneficio era riservato a chi aveva almeno tre figli, con una riduzione fino a 12 mesi. Tuttavia, con l’intervento legislativo del 2025, si è voluto rafforzare ulteriormente questa misura, ampliando la soglia per chi ha avuto più di tre figli.
Nuove soglie di anticipo per la pensione donna dal 2025
Dal 1° gennaio 2025, il vantaggio per le lavoratrici madri viene esteso anche a coloro che hanno avuto quattro o più figli. In questo caso, la riduzione dell’età pensionabile raggiunge i 16 mesi. Resta invariato il principio che per ogni figlio si ottiene una decurtazione di quattro mesi sull’età necessaria per la pensione donna. Le nuove soglie, quindi, sono così articolate:
- 1 figlio – anticipo di 4 mesi;
- 2 figli – anticipo di 8 mesi;
- 3 figli – anticipo di 12 mesi;
- 4 o più figli – anticipo di 16 mesi.
Si tratta di una misura che punta non solo a riconoscere l’impegno familiare delle donne, ma anche a favorire una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.
Alternativa all’anticipo: maggiorazione del coefficiente di trasformazione
La riforma del 2025 non si limita però alla sola possibilità di anticipare l’accesso alla pensione donna. Le lavoratrici madri, infatti, possono anche scegliere un’altra strada, spesso più conveniente sul lungo termine: rinunciare all’anticipo per ottenere un importo mensile più alto.
Questo meccanismo si basa sull’aumento del cosiddetto coefficiente di trasformazione , lo strumento con cui si convertono i contributi accumulati nel corso della carriera in pensione annua. Tale coefficiente cresce con l’età: più tardi si va in pensione, maggiore sarà l’importo della rendita previdenziale.
Le nuove regole pensione prevedono quindi che, per le donne con figli, si possano ottenere maggiori azioni del coefficiente, in base al numero di figli avuti:
- 1 o 2 figli – aumento del coefficiente pari a un anno in più di età;
- 3 o più figli – aumento pari a due anni in più di età.
Questa soluzione può rivelarsi strategica per chi preferisce accumulare un assegno più consistente, magari proseguendo l’attività lavorativa per un periodo più lungo.
Implicazioni strategiche per la pensione donna
La doppia opzione per la pensione donna – anticipo dell’età o aumento dell’importo – rappresenta una scelta importante per molte lavoratrici. Da un lato, l’uscita anticipata è vantaggiosa per chi ha necessità di familiarità o condizioni di salute che rendono difficile il proseguimento dell’attività lavorativa.
D’altro canto, l’aumento dell’assegno pensionistico può essere determinante per chi prevede una pensione di importo limitato e intende tutelare maggiormente il proprio futuro economico.
La flessibilità introdotta dal legislatore consente quindi di adattare la strategia previdenziale alla situazione personale di ciascuna donna, valorizzando il contributo delle madri al tessuto sociale ed economico del Paese.
Riassumendo
- La pensione donna cambia nel 2025 con nuovi vantaggi per le madri lavoratrici.
- Possibile anticipare la pensione fino a 16 mesi in base ai figli avuti.
- Ogni figlio acconsente 4 mesi di anticipo sull’età pensionabile.
- In alternativa, si può aumentare l’importo della pensione rinunciando all’anticipo.
- Maggiorazione del coefficiente: +1 anno (1-2 figli), +2 anni (3 o più figli).
- Le nuove regole valorizzano maternità e flessibilità nel sistema contributivo.