All’ombra della crisi internazionale e del caro prezzi conseguente, si fa avanti a fatica la riforma pensioni. Mentre il Governo prova a “mettere toppe” concedendo bonus una tantum quasi a tutti, i sindacati ricordano che la questione pensioni non può essere rimandata né tanto meno ignorata. Dall’incontro del 7 aprile scorso, l’ultima proposta che si fa strada è quella che è stata ribattezzata riforma a due tempi, vedremo meglio più avanti come funziona e perché si chiama così.
La riforma pensioni: le prossime mosse e chi non dimentica
Non c’è pace in Ucraina e nemmeno per i pensionati italiani o per i lavoratori prossimi alla pensione.
Film pensioni: il primo tempo a 64 anni, il secondo a 67
Se la riforma pensioni fosse un film, stando alle ultime notizie, avrebbe un intervallo a metà tempo. Si chiama “pensione a due tempi” perché l’uscita a 64 anni garantirebbe solo una parte dell’assegno spettante.
La quota retributiva, infatti, sarebbe integrata solo al compimento dei 67 anni (o più esattamente al perfezionamento dei requisiti della pensione di vecchiaia). Sarebbero tantissimi i lavoratori prossimi alla pensione interessati da questa ipotesi di riforma:
- i 203 mila lavoratori che dal 2022 al 2024 potrebbero smettere di lavorare;
- i 129 mila che potrebbero andare in pensione nel biennio successivo, ovvero 2025-2027.
Gli altri candidati all’Oscar per la migliore riforma pensioni
Restiamo in tema film e cinema.
Quel che è certo è che il tempo stringe.