Due anni senza lavoro ma con stipendio normale, contributi e poi pensione più alta. Non è una fake news questa, perché esiste una normativa che consente a qualche dipendente, del settore privato o del settore pubblico, di fare esattamente così. Chi punta ad andare in pensione nello stretto giro di 24 mesi, può così andare via dal lavoro. E se l’obiettivo è arrivare a un determinato numero di anni di contribuzione, niente paura, perché anche lasciando il lavoro 24 mesi prima, si guadagna anche la contribuzione figurativa.
“Buongiorno, volevo capire se posso sfruttare il congedo straordinario per mio fratello invalido grave che vive con me in casa. Io ho 65 anni di età e ho 18 anni di contributi. Vi chiedo le seguenti cose: se sfrutto il congedo adesso, a 67 anni avrò diritto alla pensione di vecchiaia o i due anni di congedo finiranno con il penalizzarmi visto che ho 18 anni di contributi? Durante i 24 mesi di congedo che stipendio prenderò? Come faccio a capire se io e mio fratello siamo soggetti che possono rientrare in base alla normativa in vigore?”
Pensione: ecco come lasciare il lavoro 2 anni prima prendendo lo stipendio e i figurativi con il congedo straordinario
Il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro che i lavoratori dipendenti possono richiedere sempre se hanno un familiare disabile grave da assistere. E anche il nostro lettore dovrebbe averne diritto. Lo prevede la normativa vigente ma è necessario che il disabile sia dentro la copertura della Legge 104.
Il dipendente, sia del settore privato che del settore pubblico può così assentarsi del lavoro per un periodo massimo di 24 mesi. Godendo di una indennità pari allo stipendio dell’ultimo mese di lavoro prima del congedo. L’indennità la paga l’INPS che versa anche i contributi figurativi per le pensioni di chi richiede il congedo.
Il disabile deve avere una invalidità grave e nel verbale della Commissione medica invalidi civili delle ASL deve comparire la seguente dicitura: “Persona con handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3, Legge 104/1992)”.
Ecco come funziona la misura e perché è stata introdotta
Per garantire assistenza ai disabili gravi, il congedo straordinario è una misura che si affianca ai molto più usati permessi retribuiti mensili di 3 giorni. Come ci dimostra il nostro lettore, questi congedi straordinari possono rivelarsi un valido strumento di accompagnamento alla pensione. Perché di fatto si può lasciare il lavoro con due anni di anticipo. E soprattutto perché nei due anni di congedo straordinario oltre all’indennità si gode di due anni di copertura figurativa.
Una nota va fatta però sulla tipologia di parentela che deve esserci tra chi richiede il congedo e il disabile. In generale il congedo è richiedibile se il lavoratore deve prestare assistenza al coniuge, ai figli, ai genitori oppure ai fratelli o alle sorelle. Però è anche vero che per l’assistenza di un disabile bisogna seguire una sorta di graduatoria. Il beneficiario del congedo straordinario deve essere innanzi tutto il coniuge del disabile. Poi i genitori, i figli, i fratelli e le sorelle. Infine, anche gli affini entro il terzo grado.
Il meccanismo della graduatoria è semplice. Il congedo può essere sfruttato dal lavoratore se i parenti che lo precedono nelle graduatoria riferita al disabile, sono assenti, deceduti o invalidi a loro volta. In pratica un fratello può essere considerato caregiver dell’invalido a condizione che il coniuge dell’invalido, i suoi genitori e o suoi figli siano deceduti, invalidi o semplicemente assenti.
Le conclusioni sul congedo straordinario per assistere un parente disabile grave
Ripetiamo, tutti i giorni di congedo oltre a essere retribuiti in base allo stipendio percepito nel mese precedente quello dell’astensione, danno diritto alla copertura figurativa. Quindi il beneficiario ottiene anche fino a 2 anni di contribuzione che diventeranno utili per andare in pensione. Ma i periodi di congedo straordinario non vengono conteggiati per la maturazione di tredicesima, Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e ferie.
Il congedo può essere goduto interamente e di continuo, ma anche in misura frazionata. E se sfruttato da più parenti di uno stesso disabile, i 24 mesi sono divisibili e non valgono per ogni lavoratore. Ricapitolando, si tratta di una valida misura che produce tre diversi vantaggi. Fa uscire prima dal lavoro il richiedente. Permette di maturare contribuzione figurativa per la pensione futura. Garantisce l’assistenza a un invalido bisognoso.