I lavoratori del settore pubblico che hanno raggiunto i requisiti per accedere alla pensione, sia essa anticipata o di anzianità, se non hanno raggiunto i limiti di permanenza in servizio di 65 anni, possono chiedere di continuare a lavorare part-time percependo la pensione. A stabilirlo è il decreto della Funzione Pubblica 331 del 1997 con lo scopo di rendere il pubblico impiego flessibile. Come si fa a trasformare il proprio rapporto di lavoro in part-time percependo la pensione? Le condizioni che permettono tale concessione sono molto specifiche e, se alcune sono oggettive, le altre riguardano direttamente lo status del lavoratore.
Innanzitutto è bene ricordare che il
limite di contingenti massimi di rapporti part-time per la pubblica amministrazione è fisato nella percentuale del 25%; la trasformazione del rapporto, quindi, è possibile soltanto in tali limiti. Altro requisito oggettivo riguarda gli
esuberi: nella struttura di appartenenza non devono esserci situazioni di esubero nella qualifica interessata al lavoratore. In ultimo la
somma della retribuzione part-time e quella della pensione non può superare la retribuzione che avrebbe percepito il lavoratore continuando a lavorare full time. Le condizioni che, invece, riguardano lo status del lavoratore prevedono che egli abbia maturato i
requisiti che gli permettano di accedere ad un qualsiasi trattamento pensionistico sia esso pensione anticipata e un sistema di quote, l’importante è che il lavoratore non abbia compiuto i 65 anni di età poiché in quel caso il rapporto di lavoro nella pubblica amministrazione non potrebbe proseguire in base al Decreto legge 90/2014. Come avviene la trasformazione? A quanto ammonterebbe la pensione? Cosa è previsto per il personale docente? Vediamo nel dettaglio ogni cosa.