In settimana, il presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello, ha illustrato alla stampa le proposte che come capo dell’associazione ha presentato alla Commissione Finanze di Camera e Senato riguardo alla pensione integrativa. Un tema sensibile, anche perché è un dato di fatto che tra qualche decennio l’importo dell’assegno durante la vecchia rischi di risultare insufficiente per vivere dignitosamente. Un problema che riguarda particolarmente i giovani di oggi, i quali entrano nel mercato del lavoro tardi, con contratti discontinui e stipendi bassi.
Serve incentivare il ricorso alla pensione integrativa, sostiene Corbello, che allo scopo ha messo a punto alcune proposte rivolte agli under 30. Si tratterebbe di una sorta di “superbonus” previdenziale: per ogni 1.000 euro di contributi versati dal giovane assicurato, lo stato riconoscerebbe al fondo pensione un credito d’imposta di pari importo. Esso sarebbe immediatamente trasformato in contributi aggiuntivi accreditati sul conto del giovane. Dunque, questi si ritroverebbe con contributi effettivi doppi rispetto a quelli personalmente versati.
Pensione integrativa, proposte su tassazione
Le altre novità punterebbero sulla tassazione. Ad oggi, i contributi non sono tassabili fino a 5.000 euro all’anno. Assoprevidenza vorrebbe che tale soglia fosse innalzata, anche perché fa riferimento a quando c’era ancora la lira. Propone anche l’esenzione dei rendimenti maturati, almeno fino a quando non saranno stati realizzati, come già accade per i fondi comuni d’investimento. Per quanto concerne le prestazioni finali, l’associazione ritiene che o la tassazione sia lasciata così com’è o si applichino in alternativa le aliquote IRPEF.
Finora, le prestazioni finali sono tassate al 15%. Tuttavia, per ogni anno di contribuzione superiore ai 15 l’aliquota è abbassata dello 0,3% fino a un massimo del 6%. Dunque, l’aliquota minima prevista è del 9% (al raggiungimento dei 35 anni di contribuzione). L’alternativa proposta da Assoprevidenza sarebbe di imporre sulle prestazioni finali le aliquote IRPEF (oggi, dal 23% al 43%), ma abbattendo l’imponibile del 2% per ogni anno di permanenza nel fondo.