Se per il 2023 la strategia pensionistica è stata definita transitoria rispetto alla necessità di un sistema più strutturato, per l’anno che verrà la questione potrebbe essere più o meno la stessa.
Nel senso che, dal confronto tra Governo e sindacati, non dovrebbero emergere novità, almeno sul piano dei meccanismi generali. Anche nel 2024, in sostanza, la strategia pensionistica dovrebbe vedere protagonisti gli strumenti utili all’anticipo, anche in virtù dell’approvazione sostanziale di Quota 103 (che ha già doppiato Quota 102, anche se con qualche scivolone) da parte dei pensionandi e della probabile proroga di Ape Sociale e Opzione Donna.
Non è tramontata del tutto l’ipotesi di Quota 41, anche se appare plausibile una sua introduzione più nel 2025 che per il prossimo anno. Qualche dubbio, al momento, sussiste sulla discrepanza tra lavoratori e lavoratrici, sempre ragionando nell’ottica della pensione anticipata. Secondo quanto ipotizzato dagli analisti del settore, infatti, il Governo potrebbe decidere di accelerare sul fronte pensioni, disponendo una pensione prima dell’età anagrafica per quella di anzianità fissata a 64 anni, senza considerare se il richiedente sia un lavoratore o una lavoratrice. Un’ipotesi che, tuttavia, al momento trova pochi riscontri. Se non altro perché, al netto delle buone intenzioni, difficilmente si riuscirà in meno di metà anno a trovare una quadra mancante da un paio di legislature sullo strumento più adatto a mandare definitivamente in soffitta la Legge Fornero.
Pensione nel 2024, cosa aspettarsi nel periodo pre-riforma
Dal momento che le informazioni sulla prossima riforma non consentono ancora di tracciare un quadro definito, non è per ora possibile nemmeno determinare se vi saranno realmente delle divergenze tra uomini e donne nella maturazione dei requisiti anagrafici. Si può però partire dal presupposto che le prerogative per la pensione ordinaria sono già state modificate nel 2022.
Tra le eventualità per il 2024, non è da escludere la strada che porta al ripristino delle condizioni originali, con collocamento a riposo una volta maturati i requisiti necessari preisti dal sistema previdenziale pre-Quota 102. Il che, in caso, significherebbe effettivamente uno scalino tra uomini e donne, nello specifico sul requisito contributivo. Nella fattispecie, si passerebbe a una forchetta tra 38 e 41 anni di contributi versati.
Usuranti e Opzione Donna
Non è da escludere nemmeno la permanenza delle indennità previdenziali di anticipo concesse per i lavoratori dei settori usuranti. Lo stesso vale per Opzione donna, riservata unicamente alla lavoratrici, anche se è probabile il mantenimento delle condizioni attuali. Specie se fosse confermata la permanenza di Quota 103. Per quel che riguarda l’opzione in questione, di recente i sindacati hanno alzato il pressing sul Governo affinché fossero ripristinate le condizioni originali. Considerando che, successivamente alla modifica, il campo di azione dell’anticipo si è ristretto a poche categorie di lavoratrici.
Per quel che riguarda l’ipotesi della doppia quota, con uscita a 63 o 64 anni e un minimo di 20 di contribuzione, il ripristino significherebbe il ritorno della liquidazione in due fasi. Al momento, tuttavia, resta una delle strategie potenziali piuttosto che un piano vero e proprio. E questo anche tenendo conto anche dei costi del piano previdenziale per il quale si punta a un risparmio di oltre il 70%.
Riassumendo…
- per il 2024, è possibile il mantenimento delle attuali condizioni di pensione anticipata;
- la divergenza tra lavoratori e lavoratrici potrebbe sorgere nel caso in cui si decida il ripristino delle originali condizioni di pensione. Lo scalino sarebbe sul piano contributivo;
- resta in piedi l’ipotesi della doppia quota, con liquidazione in due fasi e uscita a 63-64 anni con 20 di contribuzione.