Con l’avvicinarsi della nuova Legge di Bilancio, oltre che la possibile riforma pensioni, uno dei temi centrali del dibattito politico riguarda l’adeguamento delle pensioni minime. Un intervento che potrebbe interessare oltre due milioni di pensionati italiani.
Questo tema è strettamente collegato agli obiettivi del governo di sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili. Specialmente in un contesto economico in cui il potere d’acquisto delle pensioni si è ridotto a causa dell’inflazione.
Il governo si trova però di fronte a tempistiche serrate per la definizione della Legge di Bilancio 2025.
L’aumento previsto per il 2025
In attesa di capire quali saranno le effettive rivalutazioni pensioni 2025, secondo i primi studi condotti da vari istituti, incluso l’ufficio studi della Uil pensionati, l’importo delle pensioni minime potrebbe passare dagli attuali 614,77 euro a 625,83 euro al mese, rappresentando un incremento che, sebbene modesto, potrebbe fornire un sollievo per chi vive con assegni di valore contenuto. Questo aumento, anche se limitato, è comunque significativo, soprattutto per chi vive in situazioni economiche precarie.
Per i pensionati che percepiscono assegni di importo superiore, l’adeguamento dovrebbe essere invece più contenuto. Seguendo il modello dell’anno precedente, la rivalutazione sarà, quindi, progressiva. Chi riceve pensioni fino a quattro volte il minimo vedrà un incremento del 100%. Mentre per coloro che percepiscono assegni dieci volte superiori al minimo, l’aumento sarà notevolmente ridotto, intorno al 22%. Questo meccanismo di rivalutazione differenziata è pensato per dare priorità ai pensionati con redditi più bassi, garantendo così una maggiore equità sociale.
Pensioni minime: chi sostiene l’aumento a 650 euro
Un attore politico particolarmente attivo sul tema delle pensioni minime è Forza Italia, che sta promuovendo con forza un innalzamento delle pensioni minime fino a 650 euro al mese. Questo aumento, se approvato, avrebbe un impatto significativo per i pensionati con assegni di valore contenuto, ma comporterebbe un costo rilevante per lo Stato, stimato intorno al miliardo di euro.
Per trovare le risorse necessarie a coprire questo intervento, Forza Italia propone una serie di modifiche alle spese fiscali e agli incentivi, rivedendo le cosiddette tax expenditures. Inoltre, il partito suggerisce di intervenire sulla spesa impropria dell’Inps, in particolare per quanto riguarda le forme di assistenza che non riguardano direttamente i trattamenti pensionistici. In questo modo, si potrebbero ridurre gli sprechi e garantire un miglior utilizzo delle risorse disponibili, con l’obiettivo di destinare maggiori fondi all’aumento delle pensioni minime.
Anche la Lega, con il suo leader Matteo Salvini, è in prima linea sul tema delle pensioni. Oltre a sostenere l’aumento delle pensioni minime, il partito sta promuovendo una revisione delle attuali forme di pensionamento anticipato. Salvini ha infatti proposto una rivisitazione della cosiddetta Quota 41, che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età, e l’introduzione di una nuova Quota 104, che sostituirebbe l’attuale Quota 103.
Riassumendo…
- Si prevede l’aumento delle pensioni minime nel 2025 da 614,77 a 625,83 euro.
- Rivalutazione progressiva per pensioni superiori, con aumenti decrescenti per assegni più alti.
- Forza Italia propone un innalzamento delle pensioni minime a 650 euro mensili.
- Per finanziare l’aumento, Forza Italia suggerisce di rimodulare le spese fiscali e assistenziali.
- Si valuta un tetto massimo per pensionati over 75, basato su patrimonio e carichi familiari.
- La Lega sostiene le pensioni minime a 650 euro, oltre che proporre ancora con forza Quota 41 e una nuova Quota 104 per maggiore flessibilità pensionistica.