Pensione nati 1959: fattori che anticipano il traguardo

I nati nel 1959 non hanno i requisiti per la pensione ordinaria ma possono uscire in anticipo se hanno almeno 30 anni di contributi.
4 mesi fa
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Ecco come accedere alla pensione prima dei 62 anni di età per chi fa turni e lavora di notte, differenze e regole.
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I nati nel 1959 compiono quest’anno 65 anni di età, ma non possono ancora andare in pensione. Il requisito anagrafico minimo per accedere alla vecchiaia è quello di 67 anni e quindi manca ancora del tempo. Queste persone possono, però, accedere alla pensione anticipata se hanno alle spalle almeno 30 anni di contributi.

Per i contributivi puri, cioè quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 e hanno almeno un’anzianità contributiva di 20 anni, è già possibile andare in pensione. Bastano infatti 64 anni di età per chiedere l’anticipo, ma bisogna aver maturato una rendita pari ad almeno 3 volte l’importo dell’assegno sociale (534,41 euro al mese).

Quindi una cifra di oltre 1.600 euro che con 20 anni di contributi è quasi impossibile da ottenere tre anni prima del previsto.

Pensione anticipata con 41 anni di contributi per i nati nel 1959

Ma vediamo le altre forme di pensione anticipata per i nati nel 1959. Per coloro che quest’anno raggiungono i 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) vi è la possibilità di lasciare il lavoro a prescindere dall’età anagrafica. Parliamo in questo senso di pensione anticipata con il solo requisito contributivo così come previsto dalle regole Fornero.

La pensione anticipata col solo requisito contributivo è calcolata con il sistema di calcolo retributivo e contributivo (misto) e viene erogata tre mesi dopo la maturazione del diritto (finestra mobile). Un lasso di tempo che si allunga di sei mesi nel caso si tratti di dipendete della pubblica amministrazione. Detta finestra temporale posticipa di fatto il pagamento della pensione e costituisce una penalizzazione rispetto alla pensione di vecchiaia che decorre invece dal mese successivo.

In pensione con 41 anni di contributi: quando?

Il nostro ordinamento prevede la possibilità di andare in pensione anche solo con 41 anni di contributi a patto che uno abbia iniziato a lavorare presto. Si tratta delle così dette pensioni per lavoratori precoci.

Chi nel 2024 raggiunge tale soglia contributiva può sfruttare anche questa possibilità se rispetta anche gli altri requisiti previsti dalla legge. In particolare bisogna aver lavorato almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni di età.

Vi è infine Quota 103 che prevede la possibilità di uscire con 41 anni di contributi e 62 di età. Per i nati nel 1959 il requisito anagrafico c’è tutto, bisogna però vedere se sussiste anche quello contributivo. Anche in questo caso il pagamento della pensione avviene in base alla finestra mobile che è di 7 mesi per i lavoratori del settore autonomo e privato e di 9 mesi per quelli del pubblico impiego.

Opzione Donna

Per i nati nel 1959 ci sono però altre strade percorribili se non si possiedono almeno 41 anni di contributi. La prima è quella riservata alle sole lavoratrici e che si chiama Opzione Donna. Per andare in pensione anticipata con questa deroga bisogna avere almeno 60 anni di età e 35 di contributi versati.

Bisogna poi appartenere a una categoria sociale di fragilità (caregiver, licenziate, invalide o dipendenti di aziende in crisi). Il calcolo della pensione avviene solo con il sistema contributivo e la decorrenza è dopo 12 mesi (18 per le autonome). Quindi molto penalizzante.

La via dell’Ape sociale

La seconda strada è quella prevista da Ape Sociale per entrambi i sessi. Si tratta di un anticipo pensionistico che si ottiene a 63 anni e 5 mesi di età con almeno 30 anni di contributi. Anche in questo caso bisogna appartenere a una categoria sociale di fragilità come per Opzione Donna. Ape Sociale è riservata anche ai lavoratori gravosi, ma servono almeno 36 anni di contributi (32 per gli edili e i ceramisti).

Altre categorie di lavoratori nati nel 1959 possono andare in pensione prima, secondo la normativa vigente. Come i ferrotranvieri, gli autotrasportatori, i piloti, gli assistenti di volo, i lavoratori notturni e, in generale, i lavoratori addetti a mansioni usuranti.

Per ciascuna categoria è necessario rispettare il limite contributivo previsto.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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