Pensione nati nel 1960, le vie di uscita sono tante: tutti i requisiti

Quante e quali sono le vie di uscita dal mondo del lavoro per i nati nel 1960 a 64 anni di età: ecco le misure con cui andare in pensione
9 mesi fa
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Per andare in pensione in Italia serve innanzitutto raggiungere la giusta età anagrafica e poi raggiungere la giusta carriera contributiva in base alla misura prevista. Per esempio a 67 anni di età serve aggiungere 20 anni di contributi per andare in pensione di vecchiaia. Oppure 15 per chi rientra in una delle tre deroghe Amato. Invece chi raggiunge i 64 anni di età che possibilità ha? Una domanda comune a molti. La pensione di chi è nato nel 1960 nel 2024 come si prende?

“Buongiorno, sono un lavoratore che nel 2024 arriverà a 64 anni di età.

Volevo capire quali possibilità di pensionamento ci sono per chi come me è nato nel 1960. Premetto che non ho una carriera lunga. Non ho ancora fatto i calcoli, ma credo di non arrivare a 30 anni di contributi. Però tra volontari, riscatti e altri strumenti, volevo capire che misure esistono in maniera tale da calcolare cosa posso sfruttare nell’immediato o al massimo nel 2025.”

Pensione nati nel 1960, le vie di uscita sono tante, ecco tutti i requisiti

Nel 2024 saranno i nati nel 1960 a raggiungere la soglia dei 64 anni. E questa età è una di quelle che permette di accedere alla quiescenza in alternativa ai 67 anni di età. Perché a 64 anni di età c’è la pensione anticipata contributiva. E per chi ha compiuto 64 anni di età ci sono diverse altre opportunità. Perché questa età basta per le due misure scollegate dai limiti anagrafici che sono la quota 41 precoci e la pensione anticipata ordinaria.

E non poteva essere altrimenti visto che sono due misure che non prevedono limiti anagrafici. Ma 64 anni possono essere sufficienti anche per la quota 103 e per l’Ape sociale. E nel caso delle donne, anche per Opzione donna.

Pensione anticipata contributiva 2024, ecco come funziona

L’unica misura che prevede 64 anni di età come soglia anagrafica minima da centrare è la pensione anticipata contributiva. Una misura per la quale bastano 20 anni di versamenti, ma per completare la quale serve anche una pensione di un certo importo.

La misura infatti prevede che l’importo minimo della pensione da centrare per poterla percepire non deve essere inferiore a 3 volte l’importo dell’assegno sociale.

Solo per le donne con figli si scende a 2,6 o 2,8 volte, rispettivamente per chi ha avuto più figli o per chi ne ha avuto solo uno. La misura non può riguardare la generalità dei lavoratori essendo una misura contributiva. Significa che riguarda soltanto il lavoratore che ha iniziato a versare il suo primo contributo dopo il 31 dicembre 1995.

Pensione distaccata dai limiti anagrafici

Due misure esistono e non prevedono limiti di età per i possibili richiedenti. Si tratta della pensione anticipata ordinaria, e della quota 41 per i precoci. Nel primo caso serve raggiungere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne. Nel secondo caso serve arrivare a 41 anni di contributi. La pensione anticipata ordinaria riguarda tutti i lavoratori indistintamente.

La quota 41 per i precoci riguarda solo 4 categorie. Ed oltretutto serve che almeno un anno di contribuzione sia stato versato, anche discontinuamente, prima del raggiungimento dei 19 anni di età. le 4 categorie a cui si applica la quota 41 per i precoci sono sempre i disoccupati, gli invalidi, i caregiver e i lavori gravosi.

L’Ape sociale a 64 anni è possibile

Per i nati nel 1960 si aprono nel 2024 le porte anche dell’Ape sociale. Ed anche in questo caso come per i precoci di quota 41 la misura è a platea limitata. Infatti anche in questo caso serve rientrare nei disoccupati, oppure nei lavori gravosi, o ancora tra i caregivers e gli invalidi. Bastano 30 anni di contributi per caregivers, invalidi e disoccupati e servono 36 anni per i lavori gravosi. L’età a partire dalla quale sfruttare l’Ape sociale nel 2024 sarà a partire dai 63 anni e 5 mesi.

Come per la quota 41 per i precoci anche per l’Ape sociale il lavoro gravoso deve essere stato svolto per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni. Per gli invalidi non cambia nulla perché serve sempre il 74% di disabilità certificata, sia per la quota 41 che per l’Ape sociale. Anche i caregiver, in ogni caso, devono risultare conviventi con il parente disabile che assistono da almeno 6 mesi. Invece per i disoccupati, la quota 41 precoci prevede 3 mesi di distanza dall’ultima Naspi percepita, (da verificare come fare se si è presa tutta insieme), prima di presentare domanda di pensione. Per l’Ape sociale questi tre mesi non ci sono. Basta pertanto aver preso tutta la Naspi spettante.

Da quota 103 a Opzione Donna, i nati nel 1960 quali misure possono sfruttare?

Nel 2024 sono state confermate pure la quota 103 e Opzione Donna. Si tratta di due misure che nel 2024 saranno entrambe contributive. Infatti il calcolo della pensione per entrambi questi strumenti è contributivo. Opzione Donna, come si evince dal nome della misura, riguarda solo le lavoratrici. Servono 35 anni di età ed almeno 60 anni.

Quindi per chi ne ha già 64, la misura è fruibile a condizione che i 35 anni di versamenti siano stati maturati prima del 1° gennaio 2024. La misura è destinata solo a invalide, caregiver, licenziate da o assunte in aziende con tavoli di crisi avviati in sede ministeriale. Dal momento che per la quota 103 bastano 62 anni di età e 41 anni di contributi, è evidente che anche chi è nato nel 1960 riesce a entrare nel perimetro della misura.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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