Pensione nel 2023 ai nati nel 1959 con 28 anni di contributi e senza riforma

Ci sono molti lavoratori che potrebbero sfruttare un canale agevolato per la pensione già a 64 anni nel 2023.
2 anni fa
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Anche se comunemente si pensa che andare in pensione in Italia sia difficile sia come età che come requisiti contributivi, va detto che ci sono delle misure previdenziali che invece sono in controtendenza con questo luogo comune. Infatti ci sono misure che permettono un lauto anticipo in termini di età di uscita dal lavoro. Con tre anni di anticipo rispetto ai requisiti ordinari e con una dote contributiva non certo inarrivabile esiste una misura particolare. Ed è la misura che sembra calzare a pennello ad una lavoratrice che ci scrive per avere la conferma di ciò che è il suo Patronato le ha già anticipato.

Come andare in pensione anticipata nel 2023 è una domanda che interessa molti italiani.

“Gentili esperti, volevo avere conferma di ciò che mi ha detto il mio Patronato per quanto riguarda la mia possibilità di andare in pensione già nel 2023. E con sorpresa che sono stata informata che dovrei avere i requisiti idonei per andare in pensione a marzo del 2024. Hanno controllato la mia situazione e sembra che a marzo quando compirò 64 anni, con 27 anni di contributi versati, potrei andare in pensione immediatamente. Premetto che sono una lavoratrice di uno studio di consulenza amministrativa. Un lavoro che ho trovato dopo la mia laurea e dopo che la nascita di tre figli mi hanno impedito di iniziare a lavorare prima. Credevo che servissero molti più anni di contributi per poter andare in pensione e mi ero convinta di poterci riuscire soltanto a 67 anni. Invece non mi sembra vero che possa accedere alla pensione così presto.”

Come andare in pensione a 64 anni nel 2023

La misura che il Patronato ha segnalato come utile alla nostra lettrice per andare in pensione subito nel 2023 è la pensione anticipata contributiva. La misura effettivamente prevede l’uscita dal lavoro a partire dai 64 anni di età e con soli 20 anni di contributi versati.

Dal momento che la nostra lavoratrice ha 27 anni di contributi versati rientra in pieno nella possibilità di godere di questo privilegio. Inoltre la misura non è in scadenza perché fa parte in maniera strutturale del sistema. È una prestazione che viene destinata esclusivamente a chi non ha contributi versati prima del 1996.

L’importo della pensione conta per il diritto all’assegno

La nostra lettrice che ci ha detto di aver iniziato a lavorare tardi, dopo la laurea e dopo essersi dedicata, forse alla famiglia, probabilmente è una contributiva pura. Per questo il suo Patronato ha di fatto confermato la possibilità di uscita proprio nel 2023. L’unico dubbio che ci può essere al riguardo ma che evidentemente il Patronato ha provveduto a controllare anticipatamente è l’importo della pensione. Difatti oltre al doppio requisito anagrafico e contributivo, per godere della misura occorre rispettare un altro vincolo. La pensione percepita alla data della liquidazione da parte dell’INPS infatti deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

Come andare in pensione nel 2023 e come sale l’assegno sociale

Probabilmente l’assegno sociale del 2023 sarà adeguato all’inflazione con il meccanismo della perequazione. Una pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale se si prende riferimento l’assegno sociale del 2022 e di circa 1300 euro al mese. E dovrebbe essere più alta nel 2023 dal momento che l’inflazione è stata piuttosto elevata quest’anno. Per arrivare a prendere una pensione così alta la nostra lettrice per tutti i 27 anni di carriera dovrà aver avuto uno stipendio medio tra i 1.100 e 1.300 al mese. Solo così potrà aver versato contributi a sufficienza per poter godere di una prestazione così elevata.

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