Si lavora anche dopo la pensione. Al Nord il record di stacanovisti

Crescono i pensionati che continuano a lavorare. Età media 69 anni, secondo l’Istat. Più al Nord che al Sud. A cosa è dovuto questo fenomeno.
2 anni fa
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La pensione non basta. E allora si continua a lavorare anche dopo. Del resto l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro (art. 1 della Costituzione). Un fenomeno sempre più diffuso grazie soprattutto alle buone condizioni sanitarie e allo standard di vita che il nostro Paese può vantare al cospetto d’Europa.

Non tutta la penisola è però uguale. I pensionati lavoratori, la cui età media è di 69 anni, si concentrano soprattutto al Nord e riguardano soprattutto uomini, ex dipendenti di aziende pubbliche o private.

In misura minore gli autonomi. Questo, in sintesi, l’identikit che traccia l’Istat del pensionato lavoratore in Italia.

Chi sono i lavoratori in pensione

Fra i pensionati lavoratori troviamo però anche molti ex commercianti e artigiani che non hanno intenzione di abbandonare la loro attività pur percependo la rendita dall’Inps. Si tratta per lo più di persone che gestiscono il lavoro in ambito familiare o sono a capo di Pmi.

Fra le figure di rilievo troviamo però anche molti professionisti: dai medici, agli ingegneri, passando dagli architetti. Tutti pensionati che continuano a lavorare anche dopo la pensione, per necessità ma anche per semplice attaccamento alla professione e alla voglia di mettere a disposizione della collettività la loro preziosa esperienza.

Ci sono poi gli ex dipendenti del settore privato che, approfittando degli scivoli pensionistici previsti dalla legge (contratti di espansione, sospensione, ecc.) si sono inventati lavori nuovi. Magari in proprio, nel campo della consulenza. E’ il caso di molti bancari che sono usciti prima dei 60 anni grazie a prepensionamenti fino a 7 anni.

Numeri in forte crescita, non solo per necessità

Secondo l’Istat, il numero dei lavoratori in pensione è comunque in forte crescita. Nel 2021 avevano raggiunto quota 444mila, con una significativa crescita del 13,3% rispetto all’anno precedente. E in trend è in deciso aumento.

Curiosamente molti lavoratori sono titolari di assegni ottenuti con Quota 100, pensione che prevede il divieto di cumulo con redditi da lavoro.

Molti però – secondo l’Inps – hanno deciso di sospendere il pagamento della pensione perché preferiscono proseguire l’attività lavorativa. Soprattutto nel settore autonomo e libero-professionale.

Ma dove si ricollocano i pensionati? Sempre secondo l’Istat, il settore più ambito è quello dei “servizi” dove continua a essere occupato il 61,8% dei percettori di pensione da lavoro. All’interno di questo settore, circa il 30% dei pensionati è impiegato nel commercio. Anche in agricoltura, però, vi sono numeri in crescita.

Per quanto riguarda le percentuali di impiego dei pensionati che continuano a lavorare, il 56,3% è rappresentato da lavoratori autonomi, il 24,9% da liberi professionisti, il 7,1% da coadiuvanti nell’azienda familiare e il 6,0% da imprenditori.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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